• 3 Dicembre 2024
Religione

Giovanni Di Pietro di Bernardone nacque da una ricchissima famiglia, fra il 1181 ed il 1182 ad Assisi e morì nella notte tra il 3 ed il 4 Ottobre del 1226. Giovanni era un giovane agiato e battagliero ma che improvvisamente abbandonò ogni sua ricchezza ed ogni idea rivoluzionaria, si svestì dalle sue vesti preziose per indossare un saio e per prendere il nome di Francesco, il San Francesco dei poveri e di ogni creatura!

Francesco come tutti sappiamo fu l’esempio di umiltà, di fraternità, di povertà, obbedienza e castità che furono poi gli aspetti fondamentali della sua vita. Predicò alle moltitudini dei ceti sociali più deboli, ai più disprezzati dalla società, agli ammalati e per questo emarginati, a tutti coloro che venivano considerati dai ricchi “minori” divenendo anch’esso “Minore tra i Minori”, umile tra gli umili. Tutti coloro che seguirono il Santo fecero parte dell’ordine appunto chiamato Minores, che partì da Assisi e dove come allora, Santa Maria degli Angeli fu ed è ancora oggi il fulcro, il cuore pulsante, ed il punto di partenza e di ritorno dell’opera missionaria di Francesco. Il Santo dei poveri fondò l’ordine dei Francescani si prese cura dei malati di peste, diede ogni sua ricchezza ai poveri, agli affamati dava il suo pezzo di pane, si denudava per vestire gli ignudi. A seguire le stesse orme di Francesco la sua cara amica Chiara che a 19 anni decise anch’ella di rinunciare a tutti i privilegi della famiglia nobile Offreducci alla quale apparteneva, per rifugiarsi nel monastero di San Paolo a Bastia Umbra fondando in seguito l’ordine delle Clarisse che rinunciavano al possesso di qualsiasi proprietà e basavano la propria esistenza dedite alla clausura, alla povertà e alla fraternità proprio come insegnato da Francesco.

San Francesco parlava con una lingua comprensibile a tutti, usando l’antico italiano di Dante e Boccaccio. Parlava agli animali e questi ultimi lo comprendevano e lo seguivano, si ricordi il lupo di Gubbio e la predica agli uccelli. Adorava ogni cosa appartenente al Creato, Fratello Sole e Sorella Luna lodate nel “Cantico delle Creature”. Francesco e Chiara ancora oggi sono esempio di fede ma soprattutto sono testimoni di generosità e di altruismo fraterno. L’attuale pontefice è stato il primo Papa a scegliere come nuovo nome proprio quello del Santo poverello.

Il 14 settembre1224 Francesco pregando come di consueto alla Verna ricevette le stimmate: “…nel crudo sasso intra Tevero e Arno da Cristo prese l’ultimo sigillo, che le sue membra due anni portarno”. Gesù che Francesco amò e imitò fino alla morte gli fece dono delle stimmate, le mani ed i piedi trafitti nel centro da chiodi, le teste sul dorso e le punte sul palmo e stessa cosa per i piedi. Al fianco destro una ferita profonda come di lancia, che si cicatrizzava e poi versava sangue bagnandogli le vesti. Quelle stimmate rappresentavano la totalità dell’insegnamento di Gesù e la chiarezza e la semplicità di portare la parola di Cristo fra gli uomini insegnando loro ad agire in povertà e in condivisione del poco per essere ricchi nello spirito. Francesco è stato l’esatto discepolo di Gesù, riflettendo, come con nitidezza fa uno specchio, l’opera umile del Cristo fra e per gli uomini più deboli. 

“Dopo 800 anni dal segno della Verna essere segni di Cristo oggi” è il titolo dato dalla Confraternita Maria Santissima del Roseto, al convegno che si terrà il giorno 20 Luglio 2024 alle ore 17.00 presso la sala consiliare del comune di Solopaca. Si rievochi l’eterno amore del Signore per gli uomini affinché sigilli ancora una volta la consapevolezza e la volontà di essere figli di Dio come poveri figli dell’Uomo.

Sia oggi come ieri la Sua stessa sensibilità a condurre l’umanità verso il bene e non verso l’avarizia e la presunzione di essere potenti anche dinanzi a Dio. Conduca l’insegnamento del Santo umile, verso il dono della pace fondata sulla fraternità e sulla condivisione, non solo di beni materiali ma anche di spiritualità.

Autore

Carmela Picone nasce nel 1969 a Solopaca , in provincia di Benevento. Dopo aver conseguito il Diploma di Maturità Classica, leggendo Pirandello scopre la passione per il teatro. Partecipa e vince un concorso letterario con La Libroitaliano Editore e vede le sue poesie pubblicate in un’antologia. Scrive il romanzo “Gocce d’Amore” che ottiene immediato successo tanto da interessare un regista romano che chiede all’autrice di scrivere una sceneggiatura tratta dal proprio libro per la progettazione di un film. Nel 2021 scrive “La poesia delle parole semplici” una silloge pubblicata dalla Atile Editore. Le passioni restano la scrittura, i viaggi ,la recitazione e la pittura . Ama molto viaggiare, scoprire nuove culture, ammirare nuovi paesaggi e far tesoro delle emozioni che ne scaturiscono dopo ogni luogo ammirato. La sua ambizione più grande resta quella di promuovere il territorio nel quale è nata, e dove oggi s’impegna nel sociale per tenere vive le tradizioni e per portare alla conoscenza di tutti la meraviglia e i tesori della sua terra. piccola perla del Sannio.