
Il Matese è ricco di piccoli borghi e tra questi troviamo Ailano, comune poco più di mille abitanti della provincia di Caserta. Ailano si trova su una piccola collina circondata da boschi che la rende molto suggestiva. Ai piedi della collina sgorgano varie sorgenti e una di queste è di acqua acido-solfidrica. Questa sorgente di acqua calda ha alimentato la credenza secondo cui in epoca romana qui aveva sede un villaggio di nome Vulcano, ma su questo villaggio mancano dei riscontri archeologici.
Il territorio comunale è stato abitato fin dai tempi neolitici come hanno dimostrato dei ritrovamenti archeologici. Con l’arrivo dei normanni nasce il borgo fortificato, denominato nelle carte prima Athilanum e poi Aylanum, che gravitava nell’area di influenza della contea normanna di Alife. Nel periodo medioevale è stato feudo di diverse famiglie. Il centro storico conserva una struttura tipicamente medievale con stradine strette e tortuose che hanno origine dal poderoso castello medievale dotato ancora oggi di una Torre circolare. In campagna vi sono i ruderi dell’antico Monastero di Santa Maria in Cingla, fondato nell’anno 748 o 750 dal di Benevento Gisolfo II, raso al suolo dai saraceni nell’847 e nel 943.

Non molto lontano da Ailano troviamo un altro piccolo borgo di poco più di 700 abitanti, Fontegreca. Originariamente chiamata Fossaceca venne popolata dagli Osci e successivamente dai Sanniti. Grazie alla suaposizione naturale, che venne scelta come zona in quanto punto più alto e meglio difeso durante l’ultima fase del periodo longobardo. Come tutti i borghi matesini, anche Fontegreca passò in mano a varie famiglie feudatarie e in possedimenti delle Abazie. Il borgo è caratterizzato da un’atmosfera suggestiva e affascinante, grazie ad un insieme di scale che si incrociano con vari vicoli e vicoletti e le case del centro conservano ancora l’originario impianto in pietra locale. Proprio accanto al borgo si può ammirare il Bosco degli Zappini, meglio conosciuto come la Cipresseta. Questo bosco si estende per ben 40 ettari e risale, secondo la leggenda, fino al tempo degli antichi greci. Il luogo è attraversato dal fiume Sava che dona un’atmosfera quasi magica alle zone dove è possibile ammirarlo. Nel cuore della Cipresseta è custodita una figura di grande culto per Fontegreca, la Madonna dei Cipressi. La leggenda racconta che, nel ‘700, due pastori videro in una grotta la figura della Madonna e da allora la grotta ha preso il nome di “Grotta della Madonna dei Cipressi”. All’ingresso della Cipresseta è stato costruito il Santuario dedicato a questa figura religiosa, all’interno del quale ne è conservata una effige. La costruzione del santuario cominciò nel 1600 per volontà di alcuni monaci che si stanziarono in quella zona nei pressi del Sava.

Un altro piccolo borgo di questa parte del Matese è Capriati a Volturno di circa 1.300 abitanti. Nel territorio comunale di questo piccolo paese sono stati ritrovati diversi epigrafe e i ruderi di una villa romana del III-I sec. a.C. Fino all’ultimo quarto del IX sec. non si conoscono altri dati storici del comune. In questo vuoto di informazioni è verosimile ipotizzare una conduzione agricola del territorio con alcuni piccoli villaggi dediti alla semplice economia curtense. Successivamente all’881-901, in un momento non specificabile, Capriati veniva ceduto al monastero di Montecassino che nel 949 cedeva a sua volta al conte d’Isernia Landolfo I. Sarà solo tra il XVI ed il XVII sec. che l’abitato comincerà ad espandersi seguendo due direttrici, a Sud-Est con la nascita del Casale e a Nord-Ovest con il primo impianto della chiesa madre che generò la crescita edilizia della zona circostante. Anche Capriati a Volturno ha il suo castello medievale, facilmente individuabile grazie all’alta e possente torre circolare.