
L’ ambizione nei giovani oggi è una perla rara, una gemma da ravvivare ogni giorno fino a vederla brillare di luce propria.
Sono sempre di più i ragazzi e le ragazze che aspirano ad arrivare a delle mete professionali sognate e sperate.
C’è chi sceglie il percorso scolastico continuando gli studi universitari e realizzando i propri progetti in vari campi, dalla giurisprudenza alla medicina, dall’ ingegneria all’ architettura, dalla psicologia all’ insegnamento e mille altri indirizzi e c’è chi preferisce scegliere la carriera militare, chi continua nelle attività familiari e chi sperimenta il piacere e la passione di lavorare a contatto con la natura. Sono tante e varie le prerogative lavorative, il punto importante è la volontà di raggiungere un proprio obiettivo con determinazione e sacrificio.
In un mondo dove lo sfruttamento in ambito lavorativo distrugge la fiducia e la voglia di realizzarsi si ha bisogno di posizioni che motivino l’ entusiasmo di gettarsi a capofitto in un lavoro.
Dai piccoli borghi i giovani diplomati scelgono sempre più spesso di partecipare ai concorsi nei vari corpi; polizia di stato, polizia penitenziaria, esercito, finanza, carabinieri, c’è chi lo fa per passione , attratti dalle uniformi e dal senso di giustizia e chi tenta per ottenere il posto sicuro.
Ma sarebbe importante ed opportuno che tali scelte fossero ponderate portando a comprendere dei rischi, prima di tutto, ma soprattutto di essere consapevoli di dover agire con delicatezza e intelligenza, con il senso di giustizia e di coscienza in ogni situazione. Molti fra i candidati non riescono a superare le prove finali durante le quali si valutano i modi di fare e di pensare dei singoli partecipanti, a superare tutti gli ostacoli chi dimostra dedizione, curiosità, interesse vivo, senso di responsabilità e volontà di imparare senza arroganza e presunzione. Ogni ragazza e ragazzo devono dimostrare di essere in possesso di requisiti fisici e mentali che rappresentano le fondamenta sulle quali costruire il futuro.
Ma ci sono anche giovani che decidono di sposare la Chiesa scegliendo il percorso degli studi teologici e arrivando ad esprimere nel migliore dei modi la fede, innata in ognuno e sempre in evoluzione nello spirito.
Ma come in ogni storia che si racconti esiste l’ altra faccia della medaglia dove si trovano nelle strade i figli di nessuno, le generazioni solitarie che non vivono più nelle famiglie di appartenenza per scelta o per codardia. Sono i figli del nulla, masticati dalle assenze, ingoiati dalla superficialità e dimenticati dalla società. Sono i burattini legati ai fili del destino fasullo che sono mossi dalla idiozia. Sono i ragazzi del domani che si impasticcano per sorridere e che si fumano il cervello ormai troppo disidratato per produrre intelligenza. Sono i giovani incapaci di accettare le negazioni, sono coloro che alzano mura di gomma per lasciare rimbalzare i consigli degli adulti. Diventano così irascibili, deboli, nulli, inesistenti davanti ad una richiesta di cambiamento, che faticano a mollare la corda verso chi desidera essere libero di volare con le proprie ali.
E dietro a tali giovani ci sono genitori che si sentono responsabili e allo stesso tempo sconfitti per certi modi di pensare e di agire da parte dei loro figli.
La società dovrebbe aiutare un po’ di più i nuovi giovani, dovrebbe formare tutti con la stessa determinazione per scoprire in ognuno una propria identità, unica, speciale, vera e profonda. Lo stato dovrebbe dare a tutti la possibilità di far crescere i giovani affidando loro il modo di costruire non più castelli di sabbia ma solide opportunità.
Nelle metropoli le baby gang giocano a fare la guerra con la povera gente, con le persone deboli e con gli indifesi. Rapine a mano armata, violenze di gruppo, stupri, spaccio, sono solo alcuni dei profili di una società che zoppica e che rende difficile qualunque corsa verso la quiete.
Le strade nonostante siano illuminate, di notte si trasformano in boschi tetri infestati da zombie, sono scheletri di cocaina, che hanno deciso di vendere la loro pelle ai trafficanti di sogni di morte.
Diventa difficilissimo se non impossibile salire su un tram o in metro certi di scendere alla fermata successiva integri.
Baby gang, figli di madri e padri assenti o distratti che non sanno se i loro figli frequentano una scuola o un riformatorio.
Lo sport e la fede con le palestre e gli oratori riescono ancora a salvare dalla mischia molta gioventù. Se in ogni paese, in ogni quartiere, ci fosse un parroco capace di portare nelle aule dell’ oratorio un determinato numero di ragazzi si garantirebbe la crescita interiore e spirituale senza troppo faticare acquisendo con semplicità la parola di Dio e della Vita.
Selezionare per il futuro della società è compito oggi assai delicato e difficile, rifugiarsi nel silenzio è pericoloso, perseverare negli errori è distruttivo.
Incoraggiare la gioventù a studiare la storia dell’ umanità, a tramandare l’ educazione ed il rispetto, a costruire mattone su mattone la dimora dove far nascere la famiglia è il compito affidato agli uomini. Dio è attento a scorgere nei battiti del cuore di ognuno la forza che spinge in avanti il meccanismo che tiene in vita corpo e anima.
Lasciamo al domani la voglia di sano cambiamento, illuminiamo il cielo con stelle fatte riflettere alla luce negli occhi di chi vuole che il mondo risplenda.
Il silenzio porta alla solitudine e alla incomprensione, aumenta la fatica nel respirare, nel camminare, nel sorridere.
Apriamo le mani dei nostri giovani, riempiamole di ambizioni, di bontà e di povertà, di amore e di condivisione, di sogni e di coraggio, perché ogni Figlio è Figlio di un mondo più grande che ad oggi non siamo ancora riusciti a comprendere.