• 18 Novembre 2025
Geopolitica

In Nepal c’è una situazione di forte tensione politica e sociale. Dopo le violente proteste che hanno attraversato il Paese, il primo ministro K. P. Sharma Oli ha rassegnato le dimissioni. A seguito di tali dimissioni, l’esercito ha assunto il controllo della sicurezza e ha prorogato il coprifuoco generale in tutto il Paese.

La protesta che è scoppiata in Nepal è partita dai giovani, principalmente della Generazione Z, a causa di diverse questioni che hanno scatenato la loro rabbia e frustrazione. Tutto è incominciato quando il governo nepalese ha vietato l’uso di 26 piattaforme di social media, tra queste Facebook, WhatsApp, X e YouTube, sostenendo che le aziende non si erano registrate presso le autorità entro la scadenza del 3 settembre. I giovani hanno visto questo come un tentativo di censurare e limitare la libertà di informazione.

In realtà questo è stato solo l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso in quanto i malumori della Generazione Z vengono da lontano e sono contrari alla corruzione e al nepotismo dell’élite politica nepalese. In particolare, sono stati criticati i cosiddetti “nepo kids”, figli di leader politici che godono di stili di vita lussuosi mentre la maggior parte dei giovani faticano a trovare lavoro.

La disoccupazione giovanile in Nepal è molto alta, intorno al 20%. Inoltre, circa duemila giovani lasciano ilPaese ogni giorno per cercare lavoro in Medio Oriente o nel sud-est asiatico.

La protesta ha portato a violenti scontri tra manifestanti e polizia, con un bilancio di oltre 50 vittime e centinaia di feriti. L’esercito è intervenuto per mantenere l’ordine nella capitale Kathmandu. Infatti la situazione raggiunge livelli drammatici dove anche il Parlamento del Paese è stato completamente distrutto da un incendio. Ci sono anche scene dove i politici sono stati costretti a fuggire in elicotteri per sfuggire dalla furia dei manifestanti. Mentre il ministro delle Finanze, Bishnu Prasad Paudel, è stato brutalmente picchiato e gettato in un fiume durante le proteste dei giovani.

Sono state prese di mira anche le lussuose abitazioni dei politici del Paese e tra queste anche quella dell’ex premier Jhalanath Khanal dove la moglie ha riportato gravi ustioni nel rogo della propria casa. La donna è stata trasportata in ospedale in condizioni critiche ma subito dopo si è spenta per le gravi ustioni.

Nelle nostre televisioni non ne parlano e se è stato accennato qualcosa è stato minimizzato sulla furia della Generazione Z sul divieto dei social. Cosa alquanto poca informativa e per niente vera, in quanto i social sono stati solo l’input per far scendere in piazza migliaia di giovani stanchi di vedersi togliere il futuro e di vedere una forma di nepotismo esagerata nel Paese.

Il Transparency International, organizzazione internazionale non governativa che si occupa della corruzione, non solo politica, colloca il Nepal al 107° posto su 180 paesi nella posizione della Corruzione e, secondo la Banca Mondiale, oltre il 20% dei 30 milioni di abitanti del Paese vive in povertà.

Dunque la situazione a distanza di anni è precipitata in un colpo solo dove abitazioni dei politici, Palazzi del potere, finiscono nel mirino di una Generazione, quella Z, tenuta sotto l’umiliazione che hanno deciso di reagire nel peggior dei modi, per la classe politica corrotta.

Autore

Campano, laureato in scienze politiche e relazioni internazionali, specializzato in scienze della politica in studi parlamentari all'Università della Sapienza di Roma. Collaborato con RadioSapienza, web tv e giornali web. Direttore della Biblioteca Comunale Safina di Gioia Sannitica. Sono stato presidente del Comitato Sviluppo e Territorio. Appassionato di viaggi internazionali e scrittura pubblicando un primo libro, un giallo ironico, in formato ebook, i segreti di filetto. Il libro è il primo capitolo su 4. Appassionato di storia, soprattutto locale.