• 18 Novembre 2025

Leopoldo Pilla, nato a Venafro, una piccola città del Sannio molisano il 20 ottobre 1805, è ricordato come un geologo, veterinario e medico italiano di grande importanza. La famiglia Pilla era benestante e godeva di una certa reputazione nella comunità locale. Figlio di Nicola Pilla, un medico e studioso, e di Anna Macchia, la sua seconda moglie, Leopoldo si trasferì a Napoli all’età di 14 anni per proseguire i suoi studi presso l’Università partenopea.

Durante i suoi primi anni a Napoli, Pilla si dedicò intensamente allo studio. Nel 1821 entrò nel collegio di medicina veterinaria, da cui uscì nel 1825 con il titolo di medico veterinario. Successivamente, si iscrisse alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università napoletana, laureandosi nel 1829. Dopo aver completato i suoi studi in medicina e chirurgia all’Università di Napoli, Pilla sviluppò un interesse particolare per le scienze naturali.

Oltre ai suoi studi in medicina, Pilla frequentò anche la scuola privata del linguista Basilio Puoti, sviluppando una passione per Seneca e le opere di Dante. Inoltre, seguì le lezioni di mineralogia e geologia del professor Matteo Tondi, di cui divenne il migliore allievo in pochi anni.

Questi anni formativi a Napoli furono fondamentali per la carriera di Pilla. Le sue esperienze e le sue relazioni con figure influenti come Puoti e Tondi contribuirono a formare la sua visione scientifica e politica, che avrebbe avuto un impatto significativo sulla sua vita e sulla sua carriera.

Pilla è noto per i suoi contributi allo studio dei vulcani. Durante la sua carriera, visitò il cratere del Vesuvio, dove si interessò a capire se i vulcani emettessero gas infiammabili che potessero scoppiare in fiamme. Questo interesse per la geologia e la mineralogia lo portò a diventare professore di mineralogia e geologia presso l’Università di Napoli nel 1841. Il suo lavoro ha influenzato anche la comprensione e lo studio del territorio del Sannio molisano, in particolare circa l’origine vulcanica della piana di Venafro.

Tuttavia, la sua carriera accademica fu ostacolata da varie difficoltà. Nonostante i suoi meriti, la sua nomina a professore di geologia presso l’ateneo napoletano fu sempre avversata e ostacolata. Questa ostilità aveva anche ragioni politiche, dato che Leopoldo era figlio di un giacobino sospettato di essere appartenuto alla carboneria. Successivamente, nel 1842, è diventato professore di mineralogia all’Università di Pisa.

Durante la sua carriera, Pilla ha condotto numerosi studi geologici che hanno superato i confini del Regno di Napoli e dell’Italia, arrivando fino in Francia e in Germania, ove i suoi studi su vari aspetti della crosta terrestre furono pubblicati su giornali e riviste scientifiche di quei paesi. Questo gli portò una fama internazionale.

Il padre di Leopoldo Pilla, Nicola, era appunto un giacobino sospettato di essere un membro della carboneria. I giacobini erano un movimento politico durante la Rivoluzione francese, noto per il suo repubblicanesimo, la sovranità popolare, il dirigismo economico e l’anticlericalismo. Il termine giacobinismo si riferisce alle posizioni di un gruppo politico emerso nel corso della Rivoluzione francese, caratterizzate da radicalismo e intransigenza nella promozione e nella difesa dei valori repubblicani.

La carboneria, d’altra parte, era una società segreta rivoluzionaria italiana, fondata nel Regno di Napoli nei primi anni del XIX secolo, con valori patriottici e liberali. La carboneria si proponeva di liberare l’Italia dal dominio dei tiranni. Queste due correnti politiche hanno avuto un impatto significativo sul contesto storico in cui Leopoldo Pilla è cresciuto e hanno probabilmente influenzato le sue convinzioni politiche e il suo impegno per la causa del Risorgimento italiano.

Nonostante queste sfide, Pilla continuò a contribuire alla scienza e alla società italiana. Morì durante il Risorgimento, quando col grado di capitano, divenne comandante supplente della prima compagnia di un battaglione studentesco durante la Battaglia di Curtatone. Questa battaglia fu un episodio della prima guerra d’Indipendenza italiana, combattuta il 29 maggio 1848. La sua dedizione alla scienza e al suo paese è un esempio di patriottismo e passione che continua a ispirare ancora oggi.

Il Battaglione Universitario era composto da studenti e professori dell’Università di Pisa che parteciparono alla prima guerra per l’indipendenza dell’Italia. Partirono il 22 marzo 1848 dal cortile dell’Università di Pisa con i loro professori. Tra questi studenti c’era anche Carlo Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini, l’autore del famoso libro “Le avventure di Pinocchio”.

Le forze austriache di Josef Radetzky, uscendo da Mantova, tentarono di aggirare l’esercito piemontese. Le truppe italiane, composte principalmente da volontari, si trovarono a fronteggiare un esercito austriaco molto più numeroso e meglio equipaggiato.

Nonostante la netta inferiorità numerica e la mancanza di esperienza militare, i volontari italiani riuscirono a resistere per tutto il giorno, permettendo all’esercito piemontese di ritirarsi in ordine. La battaglia di Curtatone e Montanara è considerata un esempio di coraggio e di spirito patriottico, nonostante la sconfitta militare.

Pilla fu ucciso dietro le trincee, stando elevato sopra un mucchio di sassi, mentre comandava i militi della sua compagnia e distribuiva loro cartucce. Il suo corpo non fu mai ritrovato. Questo fatto aggiunge un ulteriore elemento di mistero e tristezza alla sua storia, sottolineando il sacrificio che ha fatto per la causa del Risorgimento italiano. La mancanza di ritrovamento del corpo di Pilla potrebbe essere dovuta a vari fattori, tra cui le condizioni caotiche e violente della battaglia.

In conclusione, Leopoldo Pilla è una figura di grande importanza nella storia dell’Italia e del Sannio. Come geologo, veterinario e medico, ha contribuito significativamente allo sviluppo delle scienze naturali in Italia. I suoi studi sui vulcani e la geologia hanno avuto un impatto duraturo nel campo della geologia e hanno influenzato generazioni di scienziati.

Ma forse ancora più importante è il suo ruolo come patriota durante il Risorgimento. Il suo impegno per la causa dell’Indipendenza italiana, culminato con il suo sacrificio durante la battaglia di Curtatone e Montanara, è un esempio di coraggio e dedizione che continua a ispirare ancora oggi.

La sua eredità vive non solo nei suoi contributi scientifici, ma anche nel suo impegno per la libertà e l’indipendenza. La sua storia è un promemoria del potere dell’educazione e della scienza, ma anche del coraggio e del sacrificio necessari per difendere i propri ideali.

L’importanza della figura di Leopoldo Pilla è inoltre rappresentata dal soprannome che Giacomo Leopardi scelse per riferirsi a sua sorella Paolina, chiamandola appunto “Cara Pilla”.

Giacomo Leopardi, uno dei più grandi poeti italiani, era noto per la sua abilità nell’uso delle parole e dei simboli. Durante il suo secondo soggiorno a Firenze (1830-1832), un periodo di grande fermento culturale e politico in Italia, Leopardi iniziò a chiamare sua sorella Paolina con il soprannome “Pilla” nelle sue lettere.

È possibile che Leopardi abbia scelto il soprannome “Pilla” come un segnale per esprimere il suo sostegno al Risorgimento, il movimento per l’unificazione italiana che stava prendendo piede in quel periodo. Questa interpretazione è supportata dal fatto che Leopoldo Pilla, noto per il suo impegno nel Risorgimento, era attivo nello stesso periodo.

Leopardi, proveniente da una famiglia conservatrice e vivendo in territorio pontificio, potrebbe non aver voluto manifestare apertamente il suo sostegno al Risorgimento. Tuttavia, chiamando sua sorella “Pilla”, potrebbe aver trovato un modo sottile e ingegnoso per esprimere la sua simpatia per la causa.

Giacomo Leopardi era più grande di Leopoldo Pilla di soli sette anni. Nella corrispondenza tra Giacomo e Paolina, il soprannome “Pilla” inizia ad apparire nel 1830. Sappiamo con certezza che Pilla era in rapporto con Giovan Pietro Vieusseux, il direttore dell’“Antologia” a Firenze. Dopo la soppressione della rivista avvenuta nel 1832, Vieusseux collaborò con Giuseppe Ricciardi, direttore del “Progresso delle scienze delle lettere e delle arti” di Napoli. In uno scambio epistolare del 1834 tra Vieusseux e Ricciardi, si fa riferimento al “Bullettino geologico del Vesuvio e de’ Campi Flegrei” compilato da Pilla stesso.

Giacomo Leopardi aveva rapporti epistolari con Giovan Pietro Vieusseux dal 1824. Durante il suo secondo soggiorno a Firenze, tra il 1830 e il 1832, Leopardi potrebbe aver avuto l’opportunità di conoscere Leopoldo Pilla.

Vieusseux, fondatore del Gabinetto Scientifico Letterario, era un punto di riferimento per letterati, accademici e studenti. Il suo Gabinetto era un luogo di incontro per intellettuali di spicco dell’epoca, tra cui Leopardi stesso. Durante questo periodo, Leopardi frequentò Manzoni, Niccolini e altri intellettuali presso il Gabinetto.

Nonostante non ci siano prove documentate di un incontro diretto tra Leopardi e Pilla tra il 1830 e il 1832, è possibile che i due si siano incrociati o conosciuti attraverso le loro connessioni comuni a Firenze. Entrambi erano figure di spicco nei loro rispettivi campi e condividevano un interesse per la scienza e la letteratura. Inoltre, entrambi erano attivi durante il Risorgimento, un periodo di grande fermento culturale e politico in Italia.

In conclusione, l’eredità di Leopoldo Pilla è un esempio di come la passione per la scienza e l’amore per la propria nazione possano andare di pari passo. La sua vita e il suo lavoro continuano a essere una fonte di ispirazione per tutti coloro che si impegnano per la conoscenza e la libertà.

Autore

Rinaldo Pilla è un traduttore e libero professionista nato a Torino, ma originario del Sannio e attualmente risiede a Fermo, nelle Marche. Ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella di Napoli per poi conseguire una laurea presso la Nottingham Trent University e successivamente un master in sviluppo e apprendimento umano dopo il suo rimpatrio dagli Stati Uniti. È un autore molto prolifico, che vanta una vasta e approfondita produzione letteraria sul tema dell’antichità, con particolare attenzione al periodo del I secolo d.C. e alla storia e alla cultura dei Sanniti, un popolo italico che si oppose e si alleò con Roma. Tra le sue opere, si possono citare romanzi storici, saggi, racconti e poesie, che mostrano una grande passione e una grande competenza per il mondo antico, e che offrono al lettore una visione originale e coinvolgente di quei tempi e di quei personaggi. Questo autore è considerato uno dei maggiori esperti e divulgatori dell’antichità, e in particolare del Sannio, una regione storica che ha conservato molte testimonianze e tradizioni della sua antica civiltà.