• 7 Novembre 2024
Editoriale

Il Sannio, come tutto il Sud Italia, vede sempre più giovani laurearsi o arruolarsi per poi partire lasciandosi alle spalle il ricordo doloroso di un distacco prematuro, che li allontanerà forse per sempre dalla loro casa natia e dai loro affetti familiari. Questo perché un posto di lavoro non è alla portata di tutti e non solo, quelli offerti non sono  ben retribuiti e dunque sempre più laureati e plurilaureati si vedono realizzati al nord e all’estero dove dignitosamente si affermano in ogni settore.

Una realtà questa che rattrista moltissimo i genitori che dopo tante speranze e sacrifici vedono i loro figli partire con valigie piene di sogni e ricordi da conservare e da tirar fuori nei momenti di nostalgia. Figli di questa terra afflitta, da ciò che a volte le stesse realtà non sono propense a cambiare, racchiudendosi in una staticità senza precedenti.

Eppure, abbiamo un esempio di chi può dimostrare che con la volontà e la determinazione si può dar luce ai sogni, a quei sogni chiusi in un cassetto, realizzando così una vita ricca di soddisfazioni e di condizioni economiche che permettono di garantire una certa dignitosa agiatezza a tutta la famiglia e anche di  mantenere un’azienda.

Il protagonista che funge da esempio in questa storia era un ragazzo semplice, umile, con poca attitudine allo studio ma con tanta voglia di lavorare. Era invogliato sin da giovane a prospettarsi in un contesto che si rispecchiava nel settore del trasporto. Si impegnò sempre, dopo la scuola e nei mesi estivi, con lavori dove la fatica gli segnava le mani e la pelle, sotto il sole rovente fra mattoni e calce. Il mastro muratore lo prese a cuore e intenerito dall’esile ragazzo cercò di proteggerlo evitandogli almeno i lavori più pesanti e destinandogli le mansioni meno dure fino a collocarlo alla sola guida dei veicoli, dei camion, delle ruspe in base alle esigenze. Quel ragazzo crebbe, lasciò l’edilizia e si dedicò ad attingere da ogni forma di insegnamenti tutto quanto potesse servirgli per imparare a realizzare il proprio futuro. Si innamorò e si sposò con una bellissima donna costruendo insieme a sua moglie una meravigliosa famiglia.

Ci furono anni duri dove fu messo alla prova da problemi e da fatiche ma non si abbatté mai, cercando ogni volta di risolverli con l’aiuto della Madonna del Roseto alla quale era molto devoto insieme alla sua famiglia. Trascorsero gli anni, quel ragazzo diventava sempre più sicuro di poter offrire ai propri cari un futuro migliore ed onesto.

Nel 1998 insieme al suocero Giovanni Salomone, che aveva una piccola attività nel settore trasporto auto, diede inizio a ciò che da lì a breve è diventato il suo orgoglio più grande, specializzati nel trasporto di autoveicoli e veicoli commerciali sia nuovi che usati, con una particolare attenzione per i veicoli d’epoca per i quali divenne un grande collezionista. Ad oggi quel ragazzo è diventato un grande imprenditore e la sua azienda conta veramente oltre cento dipendenti. Entrando nei suoi uffici il personale addetto lascia percepire l’atmosfera di condivisione e di serenità, lavorando in un ambiente che garantisce loro una tranquillità economica pur abitando al Sud.

Quel ragazzo ora è padre di due figlie bellissime e dolcissime ed è nonno di una nipotina adorabile. Ha nel tempo seminato con positività nel suo settore e si adopera con naturalezza a tendere la mano a chi chiede aiuto. Fondatore, prima che della sua azienda, di grandissimi valori umani e di grande fede, il suo successo deve essere di incoraggiamento per le nuove generazioni a dimostrazione concreta che si possono raggiungere determinati obiettivi e che i sogni non vanno mai lasciati al buio nel cassetto più in basso ma con coraggio vanno portati alla luce a permettergli di brillare.

Paolo D’Onofrio oggi cinquantaseienne, nato e cresciuto a Solopaca, vive nella sua terra dove   risulta essere ad oggi, la quinta potenza italiana nel campo del trasporto veicoli. Sia di esempio quel ragazzo per tutti i giovani che temono di non riuscire mai ad emergere da queste zolle di terra, ricordando che le stesse zolle hanno nutrito il nostro popolo da secoli.

Autore

Carmela Picone nasce nel 1969 a Solopaca , in provincia di Benevento. Dopo aver conseguito il Diploma di Maturità Classica, leggendo Pirandello scopre la passione per il teatro. Partecipa e vince un concorso letterario con La Libroitaliano Editore e vede le sue poesie pubblicate in un’antologia. Scrive il romanzo “Gocce d’Amore” che ottiene immediato successo tanto da interessare un regista romano che chiede all’autrice di scrivere una sceneggiatura tratta dal proprio libro per la progettazione di un film. Nel 2021 scrive “La poesia delle parole semplici” una silloge pubblicata dalla Atile Editore. Le passioni restano la scrittura, i viaggi ,la recitazione e la pittura . Ama molto viaggiare, scoprire nuove culture, ammirare nuovi paesaggi e far tesoro delle emozioni che ne scaturiscono dopo ogni luogo ammirato. La sua ambizione più grande resta quella di promuovere il territorio nel quale è nata, e dove oggi s’impegna nel sociale per tenere vive le tradizioni e per portare alla conoscenza di tutti la meraviglia e i tesori della sua terra. piccola perla del Sannio.