
Nel giorno del 22 aprile 2025, nella giornata internazionale della Terra, il parco del Matese diventa ufficialmente il venticinquesimo parco nazionale d’Italia. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato il decreto per la salvaguardia del parco. Il nuovo parco nazionale del Matese nasce dall’inglobamento e dall’ampliamento dell’ex parco regionale, che si estendeva per oltre 33.000 ettari sul versante campano, e dell’oasi WWF di Guardiaregia e Campochiaro, che copre 3.135 ettari sul versante molisano. Oggi, con la conversione in parco nazionale, incastonato tra Campania e Molise, la suasuperficie è di 87.898 ettari, custodendo un ecosistema di straordinaria ricchezza. Il parco comprende ufficialmente 52 comuni, in 4 province di 2 regioni. La sua elevazione da parco regionale a parco nazionale segna un nuovo e importante capitolo nella sua conservazione e valorizzazione, proiettandolo a pieno titolo nella categoria delle aree protette più importanti d’Italia.
Il Parco si presenta come meta ideale per chi ama la quiete della natura, le escursioni lente e i paesaggi montani. È anche perfetto per gli appassionati di sport all’aria aperta come il cicloturismo e il kayak, dall’arrampicata al parapendio. Tra i suoi tesori spiccano numerosi laghi, come quello del Matese, che contribuiscono a rendere il paesaggio ancora più suggestivo, quello di Letino, dal lago Gallo a quello di Arcichiaro nel comune di Guardiaregia. Non si tratta solo di un paradiso per escursionisti e amanti dell’avventura, ma di un territorio intriso di storia e tradizioni antiche per la presenza di innumerevoli castelli di origini Normanne.
Il territorio del parco comprende una parte del versante campano del massiccio montuoso del Matese. Le cime più alte, di natura calcarea, sono il Monte Miletto di 2.050 mt., la Gallinola di 1.923 mt. E il Monte Mutria di 1.823 mt. Il territorio è attraversato da 4 fiumi principali, il Titerno, il Volturno, il Tammaro e il Biferno. Il Massiccio del Matese è caratterizzato da vari habitat, si passa da ambienti a macchia mediterranea al bosco misto, dalle faggete alle praterie d’alta quota, di conseguenza anche la fauna è molto varia.

Il Parco dovrà attivare didattiche, visite guidate e progetti per favorire un turismo lento e rispettoso, a beneficio della natura e delle comunità locali, ma nello stesso tempo cercare di portare sviluppo ad un territorio che con il parco regionale non ha avuto alcun beneficio, se non solo restrizioni e perdita di arricchimento.
Dalla nascita del nuovo parco nazionale non mancano contestazioni da parte di amministratori locali, associazioni e cittadini. Le preoccupazioni sono legate soprattutto ad un fallimento del vecchio parco regionale con le sue regole restrittive e distruttive per le attività agricole del territorio stesso. La storia di questo parco appena nato è in realtà già piuttosto lunga e aggrovigliata, e le contestazioni non si placano in quanto hanno fatto emergere punti di vista contrapposti, relativi alla gestione del territorio. La comunità locale del Matese si è divisa in fazioni divergenti, evidenziando uno scontro piuttosto netto tra chi vede nel parco nazionale la possibilità di salvaguardare un habitat naturale di valore e chi invece lo accoglie come una decisione calata dall’alto e teme ripercussioni negative sulle attività economiche esistenti, legate soprattutto al mondo rurale, all’agricoltura e alla pastorizia. Le preoccupazioni di chi pensa che il parco porterà altri problemi per il territorio provengono da lontano, ossia da un parco regionale completamente complesso e ignaro di come aiutare il territorio.
Il nuovo parco potrà ottenere nuove direttive per la crescita del territorio nel tutelare e rispettare la natura stessa. Ci auguriamo tutti, li dove il parco regionale ha fallito, che il nuovo parco darò gloria ad un territorio, il Matese, sempre dimenticato.