Con Israele e Palestina il mondo sussulta. Si apre ogni giorno un varco che sviscera dal profondo gli orrori più impensabili. Siamo al margine del possibile, sul dirupo dell’improbabile.
Ci aggrappiamo al senso di coscienza che purtroppo barcolla come un equilibrista sui trampoli. Siamo pedine mosse dall’incredulità anonima, di fanatici che s’improvvisano giudici del divino ma si rivelano sciacalli degli inferi.
Tremano le mani dei giovani arruolati a fare una guerra di cui non ne comprendono fino in fondo le ragioni. Si scagliano contro la vita ammassandone corpi privati di quell’ultimo respiro prima di guardare il volto della morte. Soldatini di piombo avanzano per squartare in due il coraggio annientato dall’incomprensibile e irragionevole lotta verso un nemico quasi fantasma.
Sono terre devastate, brandelli di carne ancora unite in un abbraccio protettivo. Sono bambini venuti alla luce in un momento sbagliato dove la stessa luce ha portato alle tenebre. Una parola che non vorremmo mai sentire, che non vorremmo mai scrivere, pronunciare…Guerra! Si riempie la bocca, una spinta sotto al palato, un suono che non ha armonia…Guerra!
La guerra che mette a nudo le anime, che cancella i sogni, che irrompe prepotentemente, con ferocia nei pensieri, lacerando pelle e carne, bruciando la speranza che si adagia negli infiniti istanti nell’attimo esatto in cui si spegne la fiammella della vita.
Uno sterminio, un solo carnefice, il Male!
Sono disegni fatti da mani senza dita, sono scene di un copione che non prevede finali. Sono urla di persone che non vorrebbero mai reagire alla violenza, sono note di coraggio che vacilla dinanzi al terrore. Sono occhi che si riempiono di silenzi e bocche che trattengono il respiro. Nella striscia degli orrori poco importa se il sangue che permea nella terra sia palestinese, israeliano o straniero, ciò che conta è la vittoria sulla terra insanguinata.
Nonne abbracciate ai nipoti per proteggere le loro vite ma entrambi finiti in quell’ultimo abbraccio. Madri e padri che non hanno avuto la gioia di accarezzare quelle piccole, tenere testoline appena venute alla luce e decapitate. Immagini scioccanti di pezzi di corpi volati talmente lontani da chi ne era stato privato e folgorato dalle bombe che a fatica si riescono a ricongiungere per una degna sepoltura. Siamo tornati all’era del Criminale di Guerra, che devasto’ il diritto psichico dell’umanità. Siamo esseri evoluti al contrario, verso la resa dinanzi all’intelligenza e in gloria verso il degrado mentale.
Atterriti da labili fattezze, si prova a gestire la ragione per poter afferrare un barlume di senso umanitario. Nei meandri oscuri della coscienza corrosa dalla criminalità non scorre la linfa che nasce dalla sorgente della vita, ma dal fiume nero dell’oscuro. Se potessimo elevare un solo canto di preghiera in una sola unica voce, qualunque sia il Dio osannato dalle Fedi di ogni uomo, all’unisono sarebbe l’inno alla Pace. Una pace non solo impressa come scritta sulle bandiere, ma incisa a caratteri cubitali nei cervelli dei popoli tutti!