• 17 Maggio 2025
Editoriale

La storia degli uomini cavalca i tempi dei tempi, attraversa come la lama nel Santo Costato, la vita dell’umanità.

Il dolore, le sofferenze, la misericordia, la provvidenza, il sacrificio, la forza e l’immenso amore, sono le corde che creano la musica armoniosa e allo stesso tempo delirante che accompagna il vivere quotidiano di ogni popolo.

Tutti ogni giorno attraversano momenti lieti e momenti difficili, ognuno di noi deve lottare contro le malvagità, dalle guerre di idiozie alle lotte di potere. La politica di chi non sa aggregare, distrugge il mondo e ogni terra diventa fazzoletto da sottrarre a chi prima corre a strapparlo dalle mani del fantomatico nemico.

La serenità della gente viene messa alla prova non solo da guerre di potere a livello politico ma partendo anche semplicemente all’interno di nuclei familiari scoppiati, perché incapaci di considerare cosa sia davvero il concetto di famiglia.

Un padre che non si cura dei propri figli, che li tratta come motivo di disturbo, che si rifiuta di pensare al benessere psicologico e fisico nonché affettivo e morale, dà inizio alla  più feroce e distruttiva fra le guerre.

Non si usano armi eppure con le assenze ed i silenzi e ancor peggio con le parole affilate,si distruggono cuori. Un padre è colui che si sacrifica per i suoi figli fino a morire se necessario, che non ha bisogno di chiedersi se fare o non fare.

Gesù morì sulla croce duemila anni fa per proteggere i Suoi figli, gli stessi figli che Lo condannarono a morte e fu chiesto il loro perdono da Gesù che nell’ ultimo grido  disse:

“Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Luca 23,34).

La croce è l’inizio e la fine di un significato profondo che nella giornata di Pasqua rappresenta per i Cristiani,la morte e la resurrezione.

Gesù si è lasciato crocifiggere per la salvezza degli uomini e attraverso la redenzione, tutta l’ umanità ha potuto redimersi dal peccato e dalla stessa morte.

Il Figlio dell’Uomo si è abbandonato alla sofferenza, ha avuto misericordia per chi lo ha ucciso, ha mostrato cura affidando al suo discepolo preferito,Sua Madre,che si disperava nel vedere morire il frutto del Suo grembo, nel peggiore dei modi e dopo aver definita conclusa la Sua missione Egli si affida a Dio totalmente.

Ci siamo mai chiesti quanto grande e inspiegabile potesse essere il dolore di Quella Madre ai piedi di quella croce?

Una madre che partorisce con dolore il figlio, come può mai accettare e sopportare la sofferenza  che sente nel vedere  infliggere colpi che lacerano le membra di quel bambino fatto  uomo?

Come può sopravvivere una madre a tanto? Un lutto che tinge di nero l’anima quanto le vesti, un lutto che spegne ogni sole nelle tenebre, un lutto che sprofonda nello sconforto come una caduta libera da un dirupo.

La Pietà.

Pietà da parte di Quella Madre che prova compassione per il Figlio che stringe ormai senza vita fra le Sue braccia.

Ma la Resurrezione di Gesù diventerà la Vittoria sulla morte, porterà i popoli a credere in Gesù come Figlio di Dio, il quale darà modo  di credere  di poter sperare in una vita eterna.

Ed eccoci anche quest’ anno come da allora a rivivere il profondo significato della Pasqua nella tradizione cristiana.

Con l’ultima cena con i suoi discepoli Gesù istituì il più importante fra i sacramenti della Chiesa Cattolica, l’ Eucarestia; Egli trasformò il pane ed il vino in Corpo e Sangue dicendo: “ Questo è il mio corpo dato per voi , fate questo in memoria di me…Questo è il mio sangue, versato per voi per il perdono dei peccati..”

Dopo la cena Gesù fu tradito da uno dei Suoi apostoli,Giuda Iscariota, il quale con un bacio sulla guancia sigillò la Sua condanna consegnandolo ai soldati romani in cambio di trenta denari.

Il governatore romano Pilato lasciò ai Giudei di scegliere chi liberare e chi giustiziare, come chiedeva la tradizione ebraica. E fu così che Gesù fu crocifisso al posto di un assassino dal nome Barabba . La scelta fra il bene ed il male, il concetto che da sempre fa parte del senso di responsabilità umana.

Si diede inizio alla Via Crucis, simbolo di dolore e sofferenza ma anche di altruismo e di compassione, di morte e di redenzione. Come allora tutti gli anni, ogni cristiano rivive simbolicamente ogni venerdì Santo ogni passaggio di quel percorso  rievocando le quattordici “stazioni” :

1) Gesù viene condannato a morte

2) Gesù prende la croce

3) Gesù cade per la prima volta

4) Gesù vede Sua Madre Maria distrutta dal dolore nel vedere Suo Figlio

5) Simone di Cirene porta la croce aiutando Gesù

6) Veronica asciuga il volto insanguinato di Gesù

7) Gesù cade una seconda volta

8) Gesù incontra le donne di Gerusalemme e allude alle profezie e alla conversione

9) Gesù cade per la terza volta

10) Gesù viene spogliato delle proprie vesti

11) Gesù viene crocifisso

12) Gesù muore sulla croce

13) Gesù è deposto dalla croce

14) Gesù e’ sepolto

Trascorsi  tre giorni  dopo che  Gesù fu deposto nel sepolcro, gli apostoli non trovarono il Suo corpo nella tomba ma ebbero la dimostrazione della Sua Resurrezione. Mentre erano nascosti in una stanza per paura di essere scoperti dai Giudei, Lo videro seduto in mezzo a loro e potettero credere, tranne uno,Tommaso, che non essendo presente esitò nel credere. Otto giorni dopo, Gesù apparve nuovamente agli apostoli e questa volta fu presente anche Tommaso che faticava a credere. Gesù mostrò a Tommaso le ferite sul Suo corpo e da allora l’apostolo imparò che se si ha Fede si deve credere anche senza vedere.

Vivere la Santa Pasqua è il riflesso della luce divina sulle nostre anime, è la consapevolezza di ricchezza spirituale dinanzi all’ Amore Divino, è la conferma della forza di Una Madre dinanzi al dolore più grande che acquista coraggio per dare salvezza e speranza a tutti i suoi figli.

Con la Resurrezione di Cristo la Pasqua si veste di Amore di Dio per l’umanità. L’amore espresso attraverso il sacrificio, il perdono, la celebrazione del significato di famiglia,la solidarietà.

Ogni minimo passaggio si impreziosisce di significato rendendo il periodo pasquale il momento più importante della fede cristiana.

Sarebbe opportuno festeggiare la Pasqua considerando la storia, dando così valore alla spiritualità, ai concetti da tramandare che non sono fatti solo di scambi di auguri e uova di cioccolato ma soprattutto di condivisione e di comunione, riflettendo sul vero significato della propria fede e del proprio Credo.

Autore

Carmela Picone nasce nel 1969 a Solopaca , in provincia di Benevento. Dopo aver conseguito il Diploma di Maturità Classica, leggendo Pirandello scopre la passione per il teatro. Partecipa e vince un concorso letterario con La Libroitaliano Editore e vede le sue poesie pubblicate in un’antologia. Scrive il romanzo “Gocce d’Amore” che ottiene immediato successo tanto da interessare un regista romano che chiede all’autrice di scrivere una sceneggiatura tratta dal proprio libro per la progettazione di un film. Nel 2021 scrive “La poesia delle parole semplici” una silloge pubblicata dalla Atile Editore. Le passioni restano la scrittura, i viaggi ,la recitazione e la pittura . Ama molto viaggiare, scoprire nuove culture, ammirare nuovi paesaggi e far tesoro delle emozioni che ne scaturiscono dopo ogni luogo ammirato. La sua ambizione più grande resta quella di promuovere il territorio nel quale è nata, e dove oggi s’impegna nel sociale per tenere vive le tradizioni e per portare alla conoscenza di tutti la meraviglia e i tesori della sua terra. piccola perla del Sannio.