
Il Matese è una regione montuosa ricca di borghi. Ho già avuto modo di parlare di alcuni di essi in altri articoli. Tra i tanti borghi presenti non si può non citare Valle Agricola, di antiche origini, di poco più di 700 abitanti. Infatti, già nel periodo sannita era tappa obbligata per i pastori che provenivano dalla bassa valle del fiume Lete in direzione dei pascoli montani. Tale antica usanza è stata confermata dal ritrovamento di diverse tombe sannitiche. Successivamente, divenne un borgo autonomo nell’epoca romana e, poi fortificata dai longobardi. Nel medioevo dipendeva dalla baronia di Prata Sannita e per questo il suo nome era Vallis Pratae. Il distaccamento amministrativo da Prata risale al 1814 e porta alla nascita del comune autonomo.
Valle Agricola, come tanti altri comuni dell’area matesina, è stato oggetto di un incredibile stato di abbandono con un crollo impressionante della popolazione. La mancanza di prospettive future, come la carenza di attività imprenditoriali, infrastrutture pessime e distanti dai centri urbani principali ha contribuito a questo stato di abbandono del territorio. Negli ultimi anni contribuisce anche la diminuzione delle nascite e l’invecchiamento degli abitanti a questo declino demografico.
Alcune strutture meritevoli di visite e conoscenze del territorio sono la Chiesa della Santa Croce, intitolata anche alla Santissima Annunziata, eretta assieme ad un piccolo ospedale in posizione isolata, lungo la strada che porta a Prata. Possiede una notevole pala d’altare seicentesca e un affresco col Creatore benedicente risalente al Quattrocento. Vi è presente anche un’antica Chiesa Parrocchiale, intitolata a San Sebastiano, dall’aspetto semplice con la fonte battesimale risalente alla metà del 1500. Di rilevante importanza storica vi è la Torre Pandone, una slanciata torre circolare di avvistamento che sovrasta l’abitato e che fu eretta nel XV secolo dai conti Pandone come dimostra lo stesso stemma in pietra situato all’esterno della struttura.

A pochi chilometri di distanza dal centro di Valle Agricola troviamo un altro piccolo borgo del Matese casertano, Ciorlano, di poco meno di 400 abitanti. A differenza di altri borghi dell’area, le prime notizie di Ciorlano ci arrivano dal medioevo e non dai tempi sanniti o romani. Il borgo viene citato con il nome di Zurlanum, successivamente volgarizzato in Zurlano. Nel XII fu feudo dei normanni De Villacublai, poi passò in mano ai Sanframondo di Cerreto Sannita attorno al 1300 e, nel 1407, al dominio regio. In quel periodo risale l’inizio delle lotte con i comuni vicini per stabilire i rispettivi limiti territoriali che, solo nel 1810, la commissione feudale definì i confini dei vari borghi.
Come tanti altri borghi dell’intera area montuosa del Matese, ha un suo castello medievale di origini Longobarde che, nel 1064, con tutti i suoi possedimenti e un quarto delle terre di Torcino, fu donato da Pandolfo, conte di Venafro, ai Benedettini divenendo in tal modo prima proprietà dell’Abbazia Benedettina di Montecassino poi di quella di San Vincenzo al Volturno ed infine dei Cistercensi dell’Abbazia della Ferrara di Vairano Patenora. Nel 1532, il castello di Ciorlano, fu concesso a Isabella Mobel e, successivamente, ai Conti Gaetani di Laurenzana di Piedimonte.