
Papa Francesco è stato considerato un Papa che ha cercato di rinnovare la Chiesa cattolica e di renderla più vicina alle esigenze dei fedeli, ma le sue posizioni hanno anche generato controversie: infatti molti cattolici tradizionalisti lo hanno criticato per le sue posizioni su alcuni temi, come quelle della LGBTQ+, considerandole , seppure spesso contraddittorie, troppo liberali o addirittura talvolta contrarie alla dottrina cattolica.
Sebbene abbia enfatizzato l’importanza della povertà e della giustizia sociale, criticando le disuguaglianze economiche, aperto e innovativo su vecchi schemi formali, sorprendendo molti osservatori, ha creato continui dibattiti.
Dopo la sua morte, avvenuta lunedì dell’Angelo, la Chiesa cattolica è entrata in un periodo nella fase cosiddetta della “sede vacante”, durante la quale il collegio dei cardinali assume la responsabilità di governare la Chiesa; in questo periodo svolge un ruolo chiave il camerlengo, ovvero il cardinale responsabile dell’amministrazione della Chiesa. Il collegio dei cardinali si riunisce in Conclave per eleggere il nuovo Papa, nel corso del quale avviene la votazione in segreto, con una maggioranza di due terzi dei voti. Durante il Conclave, i cardinali sono isolati dal mondo esterno e non possono ricevere comunicazioni alcuna.
Una volta eletto, il nuovo Papa accetta il responso (ma teoricamente potrebbe anche rifiutare) e sceglie il nome con cui sarà conosciuto. Il decano del collegio dei cardinali annuncia l’elezione del nuovo Papa dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, con le parole “Habemus Papam”( Abbiamo un Papa).
Il nuovo Papa inizia il suo pontificato con una messa di inaugurazione, durante la quale riceve il pallio e l’anello del pescatore, dopo la cerimonia c’è l’ insediamento nella sua residenza ufficiale, il Palazzo Apostolico. Il nuovo Papa affronta diverse sfide, tra cui la guida della Chiesa Cattolica universale, la promozione della dottrina cristiana e la risoluzione di problemi interni ed esterni alla Chiesa, stabilendo relazioni con i leader mondiali e promovendo la pace e la giustizia nel mondo.
Anche se i cardinali non si candidano per la carica, ci sono sempre dei favoriti che si presentano al Conclave per scegliere il prossimo Papa, chiamati i cosiddetti “papabili”; il Conclave che dovrebbe essere convocato tra il 5 e il 10 maggio prossimi, considerando le prescrizioni della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis (1996), costituirà una partita aperta. Sarà, è il caso di dire, una vera e propria “battaglia politica” tra visioni contrapposte, elenchi di priorità, urgenze e temi. E non tanto tra le varie “correnti” di progressisti e conservatori; quanto tra gli esponenti delle diverse chiese del mondo, a cui in questi anni il Pontefice appena defunto ha voluto dar voce, rispetto agli epigoni della Chiesa occidentale (europea e di tradizione curiale), che nei Pontificati precedenti ha in qualche modo “dato le carte”. Per questo, tra i criteri che potrebbero guidare i cardinali elettori, ci sarà l’unità della Chiesa, l’urgenza di mantenerla unita tra le varie spinte centrifughe che la squassano da diversi anni. La scelta di una figura di compromesso, che tenga unite queste diverse sollecitazioni, potrebbe essere vista come la migliore. A questo proposito, un nome spicca su tutti: Pietro Parolin, 70 anni, il cardinale Segretario di Stato, il più conosciuto anche dagli stessi confratelli cardinali. Tuttavia, il numero due del Vaticano durante il Pontificato bergogliano ha due soli “freni” che potrebbero compromettere la sua corsa: è un diplomatico, e quindi carente di esperienza pastorale (raramente, tranne poche eccezioni , come Pio XII , un Segretario di Stato è diventato Papa); ed è italiano, provenienza che in un collegio autenticamente “mondiale”, “globale”, potrebbe essere letta come non opportuna.
É d’obbligo ricordare però che la maggioranza degli elettori, l’80 percento del collegio cardinalizio che entrerà sotto le volte michelangiolesche della Cappella Sistina, è stata firmata da Bergoglio: in dieci Concistori, convocati nei 12 anni di Pontificato. Quasi uno all’anno. E così, 108 sono gli elettori scelti dall’ultimo Papa, 22 quelli creati da Joseph Ratzinger, soltanto 5 quelli che provengono dal lungo Pontificato di Karol Wojtyla. Il totale dà 135 elettori. Sarà uno dei Conclavi più affollati della Storia della Chiesa, se non il più affollato, già solo guardando agli ultimi tre. Non ci resta che aspettare e vedere se ci sarà un nuovo Bergoglio, come auspicava quest’ultimo, oppure avranno la meglio i pochi tradizionalisti rimasti, anche se purtroppo in minoranza voluta dal “liberale predecessore”. Attendiamo fiduciosi!