• 18 Novembre 2025

Un libro rigenerante

Ci siamo confrontati con diversi volumi della vasta produzione libraria del grecista Davide Susanetti. Usciamo rigenerati dalla lettura della sua ultima fatica, Vertigine della soglia. Ferite, passaggi, metamorfosi, nelle librerie per i tipi di Tlon Edizioni (pp. 133, euro 14,00). Queste pagine trasmettono l’intensità e la profondità dell’iter speculativo dell’autore che, si badi, non è centrato solo su vasta erudizione, su una non comune conoscenza del patrimonio mitico universale, ma ha tatto di sapere realizzato, vissuto nelle vive carni. Vertigine della soglia attraversa, in modalità allusiva e simbolica, ventidue “stazioni”, nelle quali si dipana, come attestato dai ventidue Arcani maggiori dei Tarocchi, qualsivoglia cammino iniziatico e mistico. Le sue pagine testimoniano il percorso di vita di Susanetti e invitano a porsi sul medesimo sentiero. L’autore avvisa il lettore: il cammino realizzativo richiede la capacità di accettare lacerazione e dolore ma, nonostante ciò, la meta cui invia è il sempre possibile, che mai si immaginava di poter conseguire. Iniziazione, dal latino inire: «è quel movimento che conduce a varcare un confine. A compiere un passaggio. È ingresso in un dominio o in una sfera altri da quel che stava fuori […] Un altro che rende liberi» (p. 9).

Uno e molti. Verso la soglia

Per comprenderlo è necessario muovere dall’inizio testimoniato dalle antiche storie, vale a dire da Phanes, lo “Splendente”, il “Manifesto”, che principiò a dispiegarsi quale presenza molteplice. Zeus inghiottì Phanes con tutto ciò che era apparso e: «da capo, riportò alla luce tutto ciò che aveva assorbito» (p. 11). Il padre degli dèi dopo aver ripetuto il passaggio dall’uno ai molti, generò Dioniso quale suo successore. I miti dionisiaci attestano che tale potestas divina era dio “nato due volte” (secondo altri racconti, nato “tre volte”). Questi accolse i doni dei Titani che lo sbranarono mentre si guardava riflesso nello specchio. Zeus fulminò i Titani e di essi rimase: «un cumulo di cenere […] e residui di bianco di cui si erano cosparsi. Dal depositarsi di quella materia fu plasmato il genere umano» (p. 14). Nella realtà, da quel momento, Dioniso appare, di volta in volta, presente e assente. Quando pare celarsi o scomparire, il suo ritorno rende la vita perpetua primavera: in essa gli uomini recuperano l’amicizia con tutti gli enti della physis. Egli è il dio che “scioglie”, che fa venir meno ogni forma e, per questo, è avvertito, all’inizio, come “straniero”, estraneo alla dimensione della vita civile, per il suo mettere in questione ogni identità e confine. Per approssimarsi alla soglia bisogna accettare la lacerazione dionisiaca, mettere in discussione appartenenze e ruoli “umani, troppo umani”. L’uomo deve comprendere di essere lacerto inconsapevole del divino: «La verità del passaggio è forse il nostro stesso passare attraverso la ripetizione» (p. 17) della lacerazione perpetratasi all’origine.

Memoria e Via Sacra

I Misteri greci mostrano che, nel momento del passaggio dalla vita alla morte, è necessario abbeverarsi alle acque del lago della Memoria (alla seconda sorgente che si incontra nel mondo delle ombre,  non alla prima, che prepara l’anima a una nuova nascita mortale) per imboccare la Via Sacra: «dove […] i posseduti di Dioniso procedono in gloria di esistenza divina» (p. 20). Pitagora e, più recentemente, Gurdjieff, consigliavano all’iniziando di rammemorare ogni particolare vissuto in una data giornata, al fine di: «evadere dal tempo, per sottrarsi a quello scorrere indefinito che si traduce in labilità ed assenza» (p. 22). Memoria non è potenza che conserva: al contrario, come seppe Andrea Emo, coincide con oblio, con la dimenticanza di tutto ciò che è riferibile all’Io. La maggior parte degli uomini, sostenne Eraclito, vive nella condizione dei dormienti, come in un sogno che: «ciascuno prende come misura della realtà» (p. 25). Chi voglia avvicinarsi alla soglia deve, al contrario, cogliere il “comune” e vedere: «come gli opposti che discordano siano connessi […] dalla più bella armonia» (p. 27), ponendosi oltre le attestazioni della conoscenza logocentrica. Tutto è pùr, gli enti sono la momentanea solidificazione di un principio che li anima ed è sempre all’opera.

Maritare il mondo. Il gioco del mondo

Allo scopo, la psiche deve chiudersi al tempo edipico della pólis e ogni uomo, come Socrate, deve farsi átopos, “senza collocazione”, allo stesso modo in cui l’ “attimo immenso”, nel quale soglia e passaggio si mostrano, è altro rispetto al fluire cronologico degli istanti. Solo nel kairos, per quest’uomo “senza luogo”, balugina la lucentezza dell’origine.

Il mondo, quale lacerto dell’origine, va, come disse Pico della Mirandola, “maritato”. Ogni suo frammento è tessera, simbolo rinviante alla pienezza indivisa dell’ “ora prima”. Aión è un bambino che gioca, sapiente è l’uomo che vive in sintonia con tale dimensione ludica. Il “gioco del mondo” dice in uno anima e corpo: «“Anima” è ciò che scopriamo nel “corpo” e del “corpo” quando non diamo per scontata la vita che ci abita e che di solito ignoriamo» (p. 47), la vita divina. Anima è termine medio che attraversa e unisce gli opposti e simpateticamente invia, quale copula mundi, all’Uno-Tutto. La bellezza dei corpi è segnavia che agevola il percorso di dis-velamento del misterium vitae. Il bello sospinge, anagogicamente, verso: «il regno degli archetipi che sono al contempo pure forme e pure energie da cui la realtà sensibile è plasmata» (p. 55). L’immaginazione consente, precisa Susanetti, di portarsi oltre la mera descrittiva del mondo fenomenico, verso l’oltre che si apre di là della soglia e consente all’uomo: «di trasformarsi e di   […]  riguadagnare una dimensione di sé che era sopita e dimenticata» (p. 61). È la via indicata, tra gli altri, da Novalis nell’Enrico di Ofterdingen che conduce all’onirico e immaginale “fiore azzurro”: «Occorre prestar fede all’incanto del fiore […] fiore e viandante sono il medesimo» (p. 72).

Il filo-sofo Eroe

Lo  seppe Bruno-Atteone in, De gli eroici furori. Il filo-sofo è eroe che rinunciando a se stesso, facendo il vuoto in sé, si protende nella caccia al mistero dell’essere. Vedere Diana nuda: «significa convertirsi in ciò che ella vede e in ciò che ella è» (p. 83). Pico della Mirandola, ricorda Susanetti, sostenne l’uomo esser simile al camaleonte, atto ad assumere colori e natura diversi, a seconda del contesto in cui agisce. Gli fece eco Nietzsche, che definì l’uomo “un ponte”. L’oltre cui guardano mistica e iniziazione, precisa l’autore, sono altro dalle tendenze trans-umaniste di tanta cultura contemporanea, in quanto l’umano che tecnologia e digitale mirano a estinguere: «costituisce solo uno dei piani possibili della realtà» (p. 92). L’oltre, di cui si dice in queste pagine, sostenuto dalle potenze dell’analogia e del simbolo, eccede la ragione calcolante, è: «trapasso all’invisibile e all’impalpabile che non appartiene alla tre dimensioni» del reale della scienza moderna (pp. 92-93). Esso conduce a una: «Identità che non toglie la differenza e a una differenza che diversamente abbraccia l’identità» (p. 94). In prossimità della soglia si deve compiere il “salto”. L’ “ora” cui si perviene, è l’ “ora” del mito e della favola, nel quale si dissolvono le tentazioni proprie di progetti apprensivi e nella quale, forse, si palesa la possibilità di una comunità diversa dall’attuale, in cui il filo-sofo, stante la lezione di Plotino, è sempre felice in quanto ha contezza della natura non entificabile del principio e vive nella e della libertà-origine, altra dai simulacri di libertà che infestano il presente.

Autore

Giovanni Sessa (Milano, 1957) vive a Frascati (RM). Suoi scritti sono comparsi su riviste, quotidiani, in volumi collettanei e Atti di Convegni di studio. Ha curato e prefato decine di volumi. Tra le ultime pubblicazioni, La meraviglia del nulla. Vita e filosofia di Andrea Emo, Milano 2014; Julius Evola e l’utopia della Tradizione, Sesto S. Giovanni (Mi) 2019; L’eco della Germania segreta. “Si fa di nuovo primavera”, Sesto S. Giovanni (Mi) 2021; Azzurre lontananze. Tradizione on the road, Sesto S. Giovanni (Mi) 2022; Icone del possibile. Giardino, bosco, montagna (Mi) 2023. E’ Segretario della Fondazione Evola.