• 27 Luglio 2024
Itinerari

Sono tanti i viaggi che si possono fare, tanti i quelli che sono stati fatti e il mio personale viaggio di vita, da studentessa di architettura, passa inesorabilmente attraverso l’arte e l’architettura dei posti che decido di visitare. Spesso sono andata lontano, e spesso ho pensato che “lontano” ci fossero tesori da scoprire più inestimabili di quelli che avevo intorno e che io non riconoscevo come tali. Poi ho cominciato a guardarmi intorno, ho capito che non era necessario prendere la macchina, l’aereo o un treno per osservare da vicino tesori, perché in fondo vivevo in quel posto bellissimo che è la Valle Telesina, ricco di cose da scoprire. Quindi ho cominciato un viaggio nell’arte e l’architettura locale della mia terra, iniziato con la visita e lo studio dell’antica città di Telesia.

  Foto Cisterna romana di Telesia @ Antonella Barbato

La città di Telesia.

A lungo ignorata e lasciata all’incuria, nella Provincia di Benevento, in piena Valle Telesina si ergeva l’antica città romana di Telesia. Un complesso archeologico di grande importanza da poco riscoperto, i cui resti spuntano improvvisi lungo la strada statale che collega i comuni di Telese Terme e San Salvatore Telesino. Posta in una posizione strategica nel sistema viario del Sannio e protetta dai monti Taburno-Camposauro, dai fiumi Calore e Volturno, la città fu fondata Sanniti, che la intitolarono Tulisium. Le fonti storiche non sono numerose e la città viene menzionata per la prima volta solo nella seconda guerra punica, quando nel 217 fu occupata da Annibale, e poi nel 214 a.C quando fu riconquistata dal Generale Quinto Fabio Massimo. Successivamente fu poi riconosciuta come Municipium e prese parte alla Guerra Sociale per ottenere la cittadinanza romana. In età Sillana, intorno al 82 a.C. divenne colonia romana e la sua deduzione a Urbs Foederata segnò l’inizio di una nuova florida stagione e testimoni sono l’impianto urbano, le mura e il bellissimo anfiteatro. Telesia, ancora fiorente nel V sec., con i Longobardi divenne sede di un gastaldato ma tra l’846 e l’847 fu duramente colpita dalle scorrerie saracene, nonché da un incendio nel 1139 e un disastroso terremoto nel 1939 che ebbe come strascico  emanazioni di anidride carbonica e di anidride solforosa tali da rendere l’aria insalubre. E fu a seguito di questi numerosi e infausti eventi che la città venne lentamente abbandonata. I suoi abitanti quindi si dispersero nelle zone limitrofe dando vita a molti dei comuni esistenti ancora oggi e segnando così la sua fine. Così di essa, non ci rimangono che i suoi gloriosi resti tutti ancora da scoprire, come la sua particolarissima cinta muraria che merita un approfondimento ulteriore a causa di alcuni particolari costruttivi che la rendono unica del suo genere. Costruita all’incirca intorno al I sec. a.C. si estende per oltre due chilometri e mezzo ed è realizzata in opera incerta o quasi reticolata su nucleo cementizio. Arricchita da ben 42 torri , nel lato nord e cioè quello più vulnerabile posto verso la pianura, si compone di segmenti di mura concavi posti tra torre e torre, detti mesopirghi, atti a rafforzare la difesa dai nemici. Ed è proprio questa peculiarità, che anticipa di circa sedici secoli la tecnologia del forte bastionato a renderla oggetto di numerosi studi e ricerche storiche da parte di studiosi e appassionati ed è anche questa peculiarità che la rende meritevole di essere valorizzata ma soprattutto di essere visitata ed apprezzata.

Fonti :

  1. Quilici, Telesia, Roma, Studi di Urbanistica Antica, 1966