• 27 Luglio 2024
Cultura

I Longobardi furono uno dei tanti popoli germanici che invasero l’Impero Romano d’Occidente tra il IV e il VI secolo, contribuendo alla sua caduta e alla formazione di nuovi regni in Europa. Ma da dove provenivano i Longobardi? E quali erano le loro caratteristiche distintive rispetto agli altri popoli germanici?

Secondo le fonti storiche, i Longobardi erano originari della Scandinavia, la regione settentrionale dell’Europa che comprende i paesi di Danimarca, Norvegia e Svezia. Il loro nome, infatti, significa “uomini dalle lunghe barbe” in lingua gotica, una delle lingue germaniche parlate dai Longobardi. Questo nome rifletteva la loro capigliatura lunga e bionda, che li differenziava dagli altri popoli germanici, che avevano i capelli corti e scuri.

I Longobardi migrarono verso sud tra il I e il VI secolo, seguendo il corso dei fiumi Elba e Danubio, e stabilendosi in diverse regioni dell’Europa centrale e orientale, come la Germania, la Boemia, la Pannonia e la Dacia. Durante le loro migrazioni, i Longobardi entrarono in contatto e in conflitto con altri popoli, come i Romani, i Bizantini, i Goti, i Franchi, gli Avari e gli Slavi. I Longobardi si adattarono alle diverse situazioni politiche, sociali, economiche e culturali che incontrarono, ma mantennero sempre la loro identità e la loro coesione come popolo.

I Longobardi avevano una società organizzata in tribù, guidate da capi militari chiamati duchi, che eleggevano un re come loro capo supremo. I Longobardi avevano una tradizione legale basata sul diritto consuetudinario, che si tramandava oralmente da una generazione all’altra. I Longobardi avevano una religione politeista, che venerava divinità come Wodan, il dio della guerra e della saggezza, Frea, la dea dell’amore e della fertilità, e Thor, il dio del tuono e della forza. I Longobardi si convertirono al cristianesimo nel V secolo, ma adottarono la forma ariana, che negava la divinità di Gesù Cristo, e che era considerata eretica dalla Chiesa cattolica.

Nel 568, i Longobardi, guidati dal re Alboino, invasero l’Italia, approfittando della debolezza dell’Impero Bizantino, che controllava la penisola dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. I Longobardi conquistarono rapidamente gran parte dell’Italia settentrionale e centrale, fondando il Regno d’Italia, con capitale Pavia. Alcuni gruppi di Longobardi si spinsero più a sud, e si insediarono nel Sannio, dando origine al Ducato di Benevento, che fu uno dei più potenti e longevi tra i regni longobardi in Italia.

Il Ducato di Benevento fu il primo e il più importante tra i ducati longobardi che si formarono nel Sannio, la regione montuosa dell’Italia meridionale che corrisponde all’attuale provincia di Benevento e parte di quelle di Avellino, Caserta e Campobasso. Il Ducato di Benevento fu fondato nel 571 dal duca Zottone, che si staccò dal Regno d’Italia, governato dal re longobardo Alboino, e si insediò nel Sannio, sottomettendo le popolazioni locali, che erano costituite da Romani, Bizantini, Greci e Sanniti.

Le ragioni che spinsero Zottone a fondare il Ducato di Benevento furono sia strategiche che politiche. Da un lato, il Sannio era un territorio fertile e ricco di risorse, che offriva ai Longobardi la possibilità di coltivare la terra, allevare il bestiame, sfruttare le miniere e commerciare con le città costiere. Dall’altro lato, il Sannio era un territorio lontano e isolato dal Regno d’Italia, che permetteva ai Longobardi di affermare la propria autonomia e indipendenza dal re longobardo, che spesso era in conflitto con il Papato e con l’Impero Bizantino.

Il Ducato di Benevento ebbe come capitale la città di Benevento, che era stata una delle più importanti città dell’Italia romana, e che conservava ancora molti monumenti e testimonianze della sua antica gloria, come il Teatro Romano, l’Arco di Traiano, il Ponte Leproso e la Rocca dei Rettori.

Il Ducato di Benevento ebbe anche altre città di rilievo, come Salerno, Capua, Amalfi, Napoli, Sorrento, Gaeta e Bari, che furono conquistate o allegate al Ducato nel corso dei secoli.

Il Ducato di Benevento fu uno dei più potenti e longevi tra i regni longobardi in Italia, e resistette per oltre due secoli alle invasioni e alle pressioni dei Bizantini, dei Franchi, dei Saraceni, dei Normanni e dei Papi. Il Ducato di Benevento fu anche uno dei più floridi e culturalmente avanzati tra i regni longobardi in Italia, e vide la nascita e lo sviluppo di scuole, monasteri, chiese, biblioteche, opere d’arte e letteratura, che testimoniano il contributo dei Longobardi alla storia e alla cultura del Sannio e dell’Italia.

Il Ducato di Benevento fu governato da una serie di re e duchi, che ne determinarono la storia e la politica. Alcuni di questi sovrani furono particolarmente importanti e influenti, e lasciarono un segno indelebile nel Ducato e nel Sannio.

Arechi I (591-641) fu il secondo duca di Benevento, e il primo a fregiarsi del titolo di re. Fu lui a consolidare e ampliare il Ducato, conquistando gran parte dell’Italia meridionale, dalla Campania alla Puglia, dalla Calabria alla Lucania. Fu anche lui a promuovere la conversione dei Longobardi dal cristianesimo ariano al cattolicesimo, per avvicinarsi al Papato e ai Romani. Fu anche un mecenate delle arti e delle lettere, e fondò la famosa Biblioteca Arechiana, che conteneva numerosi codici e manoscritti di grande valore.

Arechi II (758-787) fu il settimo duca di Benevento, e il secondo a fregiarsi del titolo di re. Fu lui a trasformare il Ducato in un principato indipendente e sovrano, sottraendosi all’autorità del re longobardo di Pavia. Fu anche lui a dotare il Ducato di una forte organizzazione amministrativa, militare e religiosa, basata sul modello bizantino. Fu anche un grande costruttore, e fece edificare o restaurare numerose opere architettoniche, come il Castello di Arechi, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Monastero di Santa Sofia e il Palazzo dei Principi.

Sicone (832-839) fu il nono duca di Benevento, e il terzo a fregiarsi del titolo di re. Fu lui a dividere il Ducato in due parti, il Principato di Benevento e il Principato di Salerno, per evitare le lotte di successione tra i suoi figli. Fu anche lui a dover affrontare le invasioni dei Saraceni, che saccheggiarono e devastarono il Sannio. Fu anche un sostenitore della cultura, e favorì la diffusione della Scuola Medica Salernitana, la più antica e prestigiosa istituzione medica dell’Europa medievale.

Pandolfo Testa di Ferro (943-981) fu il dodicesimo duca di Benevento, e il quarto a fregiarsi del titolo di re. Fu lui a riunificare i due principati di Benevento e Salerno, e a difenderli dalle invasioni dei Saraceni e degli Ungari. Fu anche lui a dover fronteggiare la crescente pressione dei Normanni, che iniziarono a insediarsi nel Sannio e a minacciare il suo dominio. Fu anche un protettore della Chiesa, e donò molti beni e privilegi ai vescovi e ai monaci.

Questi furono alcuni dei principali re e duchi del Ducato di Benevento, che ne fecero uno dei più potenti e longevi tra i regni longobardi in Italia. Ma il Ducato di Benevento non fu immune alle crisi e alle difficoltà, e dovette affrontare numerosi problemi e sfide, che ne segnarono la fine.

Il Ducato di Benevento, che era stato uno dei più potenti e longevi tra i regni longobardi in Italia, entrò in crisi nel X secolo, a causa di una serie di fattori interni ed esterni, che ne minarono la stabilità e la sopravvivenza. Tra i vari fattori che ne sancirono il declino vi furono le lotte interne, le invasioni esterne e l’ingerenza del Papato.

Il Ducato di Benevento fu spesso teatro di lotte di successione, di rivolte nobiliari, di congiure e di assassinii, che indebolirono l’autorità e la legittimità dei sovrani, e favorirono la frammentazione e la divisione del territorio. Ad esempio, nel 969, il duca Landolfo IV fu ucciso da un suo parente, Pandolfo II, che gli succedette sul trono, ma dovette affrontare la ribellione di altri nobili, che si proclamarono principi di Capua, Benevento e Salerno.

Il Ducato di Benevento fu spesso bersaglio di invasioni e di razzie da parte di popoli stranieri, che ne depredarono e ne devastarono le città, le campagne, le chiese e i monasteri. Tra questi popoli, i più temuti e pericolosi furono i Saraceni, i Normanni e gli Ungari. I Saraceni erano dei musulmani provenienti dal Nord Africa e dalla Sicilia, che attaccarono il Sannio tra l’VIII e il X secolo, distruggendo o occupando città come Amalfi, Salerno, Napoli e Gaeta. I Normanni erano dei guerrieri cristiani provenienti dalla Francia, che si insediarono nel Sannio tra il X e l’XI secolo, e che conquistarono gradualmente tutti i territori del Ducato, fondando il Regno di Sicilia. Gli Ungari erano dei nomadi pagani provenienti dall’Europa orientale, che invasero il Sannio nel 899 e nel 915, saccheggiando e incendiando città come Benevento, Capua e Salerno.

Il Ducato di Benevento fu spesso oggetto di ingerenza e di pressione da parte del Papato, che rivendicava la sua autorità spirituale e temporale sul Sannio, e che cercava di sottrarre il Ducato all’influenza dei Longobardi, dei Bizantini e dei Normanni. Il Papato, infatti, considerava il Sannio come parte della Pentapoli, una regione che comprendeva anche la Romagna, le Marche, l’Umbria e il Lazio, e che era stata donata al papa da Pipino il Breve nel 754, con la famosa Donazione di Pipino. Il Papato, inoltre, si oppose alla fede ariana dei Longobardi, e promosse la conversione al cattolicesimo dei Sanniti, attraverso l’opera di missionari e di santi, come San Barbato, San Gennaro e San Tommaso d’Aquino.

Questi furono alcuni dei fattori che determinarono la fine del Ducato di Benevento, che cessò definitivamente di esistere nel 1077, quando l’ultimo principe, Landolfo VI, si sottomise al papa Gregorio VII, e gli cedette il suo dominio. Il Ducato di Benevento, però, non scomparve dalla memoria e dalla storia, e lasciò una traccia profonda e duratura nel Sannio e nell’Italia, sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista culturale.

Autore

Rinaldo Pilla è un traduttore e libero professionista nato a Torino, ma originario del Sannio e attualmente risiede a Fermo, nelle Marche. Ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella di Napoli per poi conseguire una laurea presso la Nottingham Trent University e successivamente un master in sviluppo e apprendimento umano dopo il suo rimpatrio dagli Stati Uniti. È un autore molto prolifico, che vanta una vasta e approfondita produzione letteraria sul tema dell’antichità, con particolare attenzione al periodo del I secolo d.C. e alla storia e alla cultura dei Sanniti, un popolo italico che si oppose e si alleò con Roma. Tra le sue opere, si possono citare romanzi storici, saggi, racconti e poesie, che mostrano una grande passione e una grande competenza per il mondo antico, e che offrono al lettore una visione originale e coinvolgente di quei tempi e di quei personaggi. Questo autore è considerato uno dei maggiori esperti e divulgatori dell’antichità, e in particolare del Sannio, una regione storica che ha conservato molte testimonianze e tradizioni della sua antica civiltà.