• 27 Luglio 2024

Le parole hanno un peso. Questa affermazione, valida in generale, acquista ancor più significato se si fa riferimento a concetti anche di nuova creazione che, in particolare nella società contemporanea, stanno occupando spazi sempre più vasti. Si pensi in questo senso, per esempio, a termini di recente diffusione come “woke”. In molti, anche grazie ai media mainstream omologati al “politicamente corretto”, hanno certamente sentito questa parola ma non tutti sanno cosa significa e soprattutto quali sono le sue radici terminologiche e concettuali.

Per approfondire l’argomento, che – va detto – porta con sé una serie di elementi di discussione anche storico-sociologici, è senz’altro utilissimo il saggio di Francesco Erario intitolato appunto Woke. La nascita di una nuova ideologia (Idrovolante edizioni, 2022). L’autore, appassionato di mass media, social media e politica, è impegnato tra l’altro in ricerche e studi sulle interazioni tra queste dimensioni e sugli effetti che producono sulla società e sui nuovi fenomeni culturali e subculturali. Come appunto quelli legati al concetto che dà il titolo al libro.

L’interessante volume, composto di circa duecento pagine, accompagna i lettori in un percorso tra gli elementi principali legati allo scenario di discussione indicato, in modo da delinearne con chiarezza i confini. Tra gli approfondimenti presenti, per elencarne qualcuno, ci sono quelli relativi alla “cancel culture”, al “politicamente corretto”, al “razzismo sistemico”, al “privilegio bianco”. E ancora: si parla di decostruzione dell’identità nazionale, intersezionalità della lotta, problematizzazione del passato coloniale, “queerizzazione” delle frontiere geografiche e dei corpi, decostruzione dei valori del liberalismo e del razionalismo.

Come spiegato dettagliatamente nella quarta di copertina “per comprendere appieno la portata politica e sociale delle idee a cui queste locuzioni rimandano, è necessario, oggi più che mai, indagarne origini e sviluppo”. Proprio per questo Erario parte dall’analisi del contesto storico e geografico in cui nasce l’ideologia woke per poi procedere “nell’approfondimento delle teorie che animano questa nuova formula radicale di studi e attivismo politico, auto propostasi come ortodossia di una corrente di pensiero progressista volta alla lotta contro ingiustizie e diseguaglianze sociali”. La woke (o Social Justice) appunto, che tende ad “una rivoluzione vera e propria” finalizzata alla decostruzione del mondo occidentale “per come oggi lo si intende”. Un mondo che viene ridotto, dai sostenitori di tale impostazione, “al mero dominio di patriarcato, sessismo, omotransfobia e abilismo nascosti dietro la strumentale imposizione del liberalismo, del razionalismo, dell’universalismo e del metodo scientifico”. Se ne deduce, drammaticamente, che nel pieno del loro manifestarsi le posizioni “woke” rischiano di travolgere la nostra società, modificandola radicalmente in peggio.

Cosa fare per opporsi a tale deriva Erario non lo dice espressamente, ma leggendo il suo libro alcune spunti senz’altro emergono. Primo fra tutti un serio e determinato impegno, al quale si dovrebbe dedicare quanta più energia possibile, nell’ambito della cultura in tutte le sue forme.

Autore

Giornalista e scrittrice. Oltre ad aver curato volumi storici e raccolte di poesia (Tra le righe di Riccardo Di Giorgi, Ed. La Vela 2021), ha firmato biografie (Teseo Tesei, All'assalto della gloria, Idrovolante 2018; Adriano Visconti. Chi per la patria muor, vissuto è assai, Ritter 2019), saggi e racconti (tra essi: Dal pantano è nato un fiore. Maria Pasquinelli in Terra benedetta, Idrovolante 2020). In occasione del centenario della tumulazione del Milite ignoto a Roma, ha ideato il volume di racconti Ignoto Militi (Idrovolante 2021), realizzato insieme a Bianca Penna e ad altre autrici. Cultrice appassionata della storia d'Italia e degli Uomini e Donne che ne sono stati protagonisti, la studia con cura ed interesse e ne scrive con fini memorialistici e divulgativi.