• 27 Luglio 2024
La mente, il corpo

La prostituzione è definita “il mestiere più antico del mondo”; è un fenomeno in continua e rapida trasformazione. La prostituzione femminile è un fenomeno di proporzioni scioccanti, che si allarga a livello mondiale e si rappresenta come un vero e proprio traffico internazionale organizzato di forza lavoro sessuale.  Numerose sono le violazioni di diritti umani, con essa si identifica la disumanizzazione  della persona, si nega l’umanità della persona, tanto da giustificare sfruttamenti, torture e violenze. Una volta, la prostituzione, permetteva di integrare i redditi familiari in caso di necessità. Oggi questa prostituzione volontaria è periferica rispetto a quella legata allo sfruttamento costrittivo. Si caratterizza per la presenza di donne “trafficate”.

 Per alcune donne sfruttate è l’unica chance di vita.  E nel caso si ravvedesse la possibilità di riacquistare la libertà, la stigmatizzazione sociale e la difficoltà di accedere ad altri lavori, rafforzano la connessione con il della. Prendendo ruoli di procacciatrice, di istruttrice, di controllo.

Il mercato delle prestazioni sessuali, ha un profitto elevato sulla base degli abusi operati sulle vittime, quanto giovani sono le vittime, oppure se le prestazioni sono cruente, dolorose, pericolose per la vittima. E’ il mercato ad assegnare un valore elevato alla prestazione sessuale rispetto ad altre prestazioni fisiche.  Chi ci guadagna rischia poco, mentre le donne subiscono violenza, vengono ridotte ad oggetti, uccise e fatte sparire, denigrate e torturate con sadismo.

Dietro le vittime della prostituzione si nasconde la povertà, la disperazione, il sostentamento della famiglia che vende le proprie figlie, la tossicodipendenza, la fragilità, l’inganno di un lavoro o di un matrimonio conveniente. Per la criminalità organizzata la prostituzione viene dopo la droga e le armi come fonte di reddito. Le loro vittime vengono selezionate rispetto alle loro vulnerabilità, appartengono ad ambienti familiari caratterizzati da violenza domestica, trascuratezza, abuso psicologico, mancanza di comunicazione. Offrono una opportunità, in tempi molto brevi per non farle riflettere sulle conseguenze. Le violenze fisiche perpetrate hanno vari scopi: far rispettare le regole, dissuaderle dalla fuga, eliminazione delle relazioni sociali non volute dallo sfruttatore, eliminare le resistenze alla perdita di controllo sul proprio corpo.

Lo sfruttatore mette in atto anche strategie di controllo, manipolando i ritmi fisiologici, dei bisogni fisici, bisogni psicologici e restrizione della libertà. Sono private della dignità umana. Sono mantenute in uno stato continuo di ricatto, con minacce, ritorsioni contro i familiari, umiliazioni. Finiscono per conformarsi e diventare obbedienti e sottomesse.

La prostituzione avviene sia sulle strade che in appartamento, e quest’ultima negli ultimi venti anni ha registrato un aumento. Quindi c’è una prostituzione al chiuso, invisibile con sfruttamento e coercizione maggiori rispetto a quelle esistenti sulla strada. Le prostitute presentano problemi fisici: traumi, dolori localizzati, disturbi del sistema riproduttivo, malattie a trasmissione sessuale; e psicologici: disturbi del sonno e dell’appetito, abuso di alcool e droghe, irritabilità e rabbia verso di sé, verso chi non le ha protette, verso chi le ha schiavizzate, sfiducia in sé e in chi le circonda, shock e paura, incubi, flashback, dissociazione.

Ci si chiede cosa spinge una persona a pagare per fare sesso? La prostituzione può appagare il bisogno di base che non viene appagato dalla qualità e dalla quantità dei rapporti con un partner; i partner possono rifiutare talune pratiche sessuali richieste, oppure c’è difficoltà nel proporle.  Leonini (1999) sostiene che ci siano alcuni uomini che fanno una distinzione tra il mondo moglie-madre e con cui hanno una relazione affettiva e il mondo delle amanti-prostitute con cui hanno relazioni prevalentemente sessuali. Alcuni uomini sostengono di andare a prostitute in un clima di cameratismo; altri hanno bisogno di varietà e cambiamento. Ma ricorrere alla prostituzione può nascondere dei motivi profondi come umiliare e acquisire controllo e potere sulla donna prostituta. Essendo pagata diventa un oggetto sessuale. Non c’è impegno emotivo e attenzione per l’altra persona.

Frequentemente, ci sono persone che ricercano nel sesso a pagamento l’affetto, le coccole, la comprensione e l’ascolto che non riescono a trovare con il partner e i contatti da occasionali diventano ripetitivi e regolari. Infine per altri la prostituzione rappresenta l’unica modalità per avere una relazione affettiva e sessuale, vuoi per motivi psicologici, vuoi per malformazioni o aspetto fisico. La prostituzione ha anche un compito terapeutico. E’ evidente, che nella area della prostituzione considerata un tabù, guardata con un giudizio morale o come reato, il disagio appartiene sia per chi si prostituisce che per il cliente.

Autore

Psicologa clinica della persona dell'organizzazione e della comunità Psicogeriatra e docente dello stesso Master - La Sapienza. Coach cognitivo Criminologa minorile Dipendente Regione Lazio