• 10 Ottobre 2024
La mente, il corpo

“Lei ha il cancro!”.

Verdetti sconvolgenti che travolgono l’esistenza delle persone. In quel momento di fragilità, il malato viene sopraffatto  da mille emozioni discordanti. Ogni cellula viene pervasa dall’ adrenalina, strisciante nel sangue, raggiunge ogni organo vitale; il battito del cuore sembra spostarsi dal suo solito posto, lo si sente in gola , alle tempie, pulsa per far capire che si è vivi. Lo smarrimento avvolge i sensi, il paziente  si convince che probabilmente ha capito male quello che l’ oncologo ha appena comunicato, ma non riesce a parlare.

Un nodo chiude la gola, si ha la sensazione di soffocare; bocca asciutta, non si riesce a deglutire, la paura avvolge il corpo e lo pietrifica come il veleno di un serpente velenoso. Attimi! Semplici attimi, in cui il malato  oncologico viene schiacciato  dal peso di un meteorite, e con il suo impatto apre una voragine nella vita della persona affetta da tumore, e in quella dei suoi familiari.

Ogni giorno diviene una sfida, lotte, battaglie, a volte perse, a volte vinte. Ogni sorriso che si incontra diventa però, un trionfo su quel male che cerca di strappare via la vita. Le cure, gli alti e bassi, le lunghe giornate in ospedale: tutto questo, come macigno ricade sulla precaria esistenza del malato, cedendo a volte alla disperazione e alla convinzione di non potercela fare.

Nel lungo percorso tortuoso, il malato, impara a capire i meccanismi della malattia cancerosa, studia il tumore come lo si fa con un nemico, e come tale, approfondisce i suoi punti deboli, trascinandolo in guerra. La conoscenza è il contrario di incoscienza. Si affronta il cancro con cognizione, con la consapevolezza che fa si paura , ma che può essere sconfitto con la determinazione e con le adeguate cure mediche e dunque, quei giorni bui, cominciano a brillare di una luce che illumina nelle tenebre della malattia.  

Certamente viene meno la prospettiva di un domani sicuro. Ma questo insegna, in queste occasioni così tragiche,  ad apprezzare le cose semplici: un tramonto, una risata con gli amici, il calore di una mano amica. La malattia si trasforma così in un maestro crudele ma efficace, insegnando il valore della vita e della resilienza.

La sofferenza dei malati oncologici è un capitolo intricato della nostra società, una storia di coraggio, intessuta con fili di dolore e speranza. In questa battaglia impari contro una malattia spietata, i malati affrontano sfide che vanno ben oltre la dimensione fisica, scavando nei sotterranei più profondi dell’anima. Sono sempre chiamati a lottare con una forza che va oltre il semplice resistere al cancro. Sono dei combattenti, soldati spartani del re Leonida, pronti ad immolarsi per sconfiggere l’esercito dell’  imperatore persiano Serse.

Le armi di questi soldati è la medicina. Con le scoperte scientifiche avanzate, si guarisce sempre di più dalla malattia oncologica. Si pensi al vaccino mRNA (stesso procedimento del vaccino per SARS-CoV-2) contro il melanoma, che il dottor Paolo Ascierto  (oncologo e ricercatore dell’  Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli – campano con origini sannite, nato precisamente a Solopaca – con la sua équipe ha portato alla sperimentazione in fase 3 su un paziente affetto da melanoma al terzo stadio. Un passo da gigante per la cura e la prevenzione anche di altri tumori, come quello del pancreas e del polmone.

La medicina di ricerca, sviluppando nuovi metodi curativi, conduce al ribasso la percentuale della mortalità, fino ad arrivare alla completa guarigione nella maggior parte dei casi.

Tuttavia, oltre al confronto con la malattia e con i protocolli per le cure da affrontare, i pazienti oncologici hanno dovuto per troppo tempo confrontarsi con un altro nemico silenzioso: l’oblio oncologico. Un termine che, non solo descrive l’indifferenza della società, ma anche un sistema che, nonostante la consapevolezza diffusa della sofferenza dei malati, spesso lascia questi individui a lottare da soli, senza la rete di supporto necessaria.

Non hanno potuto accendere un mutuo, né partecipare a concorsi pubblici, né accedere al mondo del lavoro. Dunque il tumore ha rappresentato una lettera scarlatta, un marchio segnaletico di discriminazione e ingiustizie sociali per gli ammalati.

Non riconosciuti, quindi per decenni, come persone giuridiche, ma come peso sociale. La svolta in Italia si è avuta il 5 dicembre  del 2023, quando il Parlamento italiano ha approvato la legge sull’oblio oncologico. Un atto unanime per ridare dignità ad ogni individuo colpito da una malattia tumorale con il diritto alla cancellazione dei propri dati personali in forma rafforzata.

La legge sull’oblio oncologico deve essere più di un simbolo; deve essere la spinta per cambiamenti tangibili nelle politiche sanitarie e nella percezione sociale della malattia. Ciò significa garantire l’accesso universale a cure di qualità, investire nella ricerca  e promuovere una maggiore consapevolezza pubblica per abbattere le barriere della stigmatizzazione. Solo attraverso un impegno condiviso e coordinato tra società giuridica e civile, sarà possibile superare le sfide che minano attualmente gli sforzi per migliorare la vita dei malati.

La legislazione recentemente approvata è un passo nella giusta direzione, ma il vero cambiamento richiederà uno sforzo continuo e collaborativo. La speranza è che, con il tempo, la sofferenza dei malati oncologici possa essere alleviata non solo dalla cura medica, ma anche dalla solidarietà e dal sostegno di una collettività consapevole e compassionevole.

Autore

Nata a Solopaca in provincia di Benevento. Da sempre impegnata nel sociale a 360 gradi, appassionata di cinema e di teatro, ha fondato il gruppo teatrale "Ad Majora" per il quale ha scritto nove commedie, di cui sei portate in scena. Ha collaborato con varie associazioni culturali locali come "Associazione non solo anziani" e "Koinè".