• 27 Luglio 2024
Itinerari

Calvisi è una frazione del comune di Gioia Sannitica e fa parte della diocesi Alife-Caiazzo insieme alle frazioni di Carattano e Madonna del Bagno. Il torrente Arvento divide il territorio comunale di Gioia Sannitica in due diocesi già dall’anno 969 in quanto in quel periodo i territori di Calvisi, Carattano e Madonna del Bagno, al lato ovest del torrente, rientravano nei possedimenti diocesani di Alife.

Calvisi, a differenza del centro comunale, è un’antica città sannita prima e romana dopo, dove sono stati ritrovati molti pavimenti a mosaico che attualmente risultano ricoperti da campi coltivati. Nel ‘500 viene edificata una Chiesa dedicata a santa Maria del Carmelo e nel 1687 vengono traslate le reliquie del martire san Liberato. La viene dichiarata Santuario di S. Liberato Medico e Martire nel 1967 e ospita le reliquie del Santo stesso. Questo fa si che è molto sentita la fede verso il Santo non solo dai calvisani stessi ma anche dai fedeli limitrofi. A Calvisi è nato Giuseppe Fidanza, conosciuto come fra Umile dai fedeli, i suoi resti mortali riposano nella chiesa di Santa Maria del Carmine ed è in corso la causa di beatificazione. Fra Umile è molto sentito e amato dai fedeli di Portici dove il frate ha vissuto per oltre 50 anni.

A Calvisi troviamo il Palazzo Fiondella, un edificio storico costruito dalla famiglia Fiondella, una ricca famiglia del luogo. Il Palazzo viene costruito nel 1780 a pianta quadrata, con corte, e dotati di più ingressi e con imponenti portali lapidei. Al palazzo Fiondella si accede attraverso un ingresso principale, alla cui destra ci sono le scuderie e sinistra la sosta delle carrozze. Ci sono inoltre delle porcilaie, cioè degli edifici utilizzati per l’allevamento di maiali domestici in fattoria, un frantoio, un forno, diverse cantine e cucine. Dal primo androne si elevano, allargandosi e ricongiungendosi, due scale simmetriche che raggiungono il piano nobile, mentre da quella posizione, un’altra scala porta al sottotetto, dove stanno i granai. In una stanza del piano nobile, vi è un altare per celebrare le sante messe, previa autorizzazione ecclesiastica. L’altare di legno è contenuto in un grande armadio, a due ante, oggi non più presente nel palazzo Fiondella.

Il palazzo, da quando è stato costruito, ha sempre ospitato la famiglia Fiondella fino agni inizi del 1930 quando, improvvisamente, l’ultimo don Sisto muore per infarto. Dopo il tragico evento, il palazzo rimane disabitato per alcuni anni subendo furti e razzie di mobili e altri beni. Durante la guerra alcuni ladri hanno rubato le antiche pietre che ornavano uno dei camini del piano nobile. Nel 1947, gli eredi Fiondella decidono di vendere il palazzo e una parte viene acquistata dalla famiglia Raccio, mentre nell’arco di un anno le rimanenti parti vengono acquistate da altre famiglie. Oggi il palazzo è di proprietà di diverse famiglie ma rimane il suo nome storico e anche molti affreschi sono ancora visibili.

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Autore

Campano, laureato in scienze politiche e relazioni internazionali, specializzato in scienze della politica in studi parlamentari alla Sapienza di Roma . Collaborato con radiosapienza, web tv e giornali web. Appassionato di lettura e scrittura dove ho pubblicato un libro di giallo. Presidente del Comitato Sviluppo e Territorio.