• 27 Luglio 2024
Itinerari

In una giornata leggermente soleggiata, caratterizzata dal venticello fresco, ci imbattiamo nella storia culturale di un piccolo borgo del Sannio, nonché Amorosi, che si estende sulla sponda sinistra del fiume Volturno e sulla destra del fiume Calore Irpino.

A dominare lo scenario paesaggistico è la Chiesa di San Michele Arcangelo, che si erge di fronte alla piazza Umberto I; essa, per la sua bellezza architettonica e artistica, è simbolo di orgoglio per i cittadini del borgo.

La chiesa di san Michele , rispetto a quanto emerge dai documenti antichi, è probabilmente di epoca Longobarda.

È di difficile datazione la sua struttura, ma testimonianze indirette datano la sua esistenza intorno al 1100 circa.

Nell’ Archivio Vaticano è conservato l’ elenco delle “Rationes Decimarum” della Diocesi di Telese- ovvero le decime pagate dalle Diocesi nel Medioevo-che esplica importanti riferimenti per questa Chiesa, per gli anni relativi al 1308 e al 1327. In onore della Visita di Mons. Savino il 9 Ottobre 1596, fu chiarito che la navata più lunga era quella della chiesa originaria, della vecchia chiesa. Nel Catasto Generale di Amorosi del 1750,inoltre, vi è indicata sia la chiesa di San Michele Arcangelo che la cappella di San Giuseppe , originariamente detta “cappella vecchia”, di proprietà privata.

In occasione della visita di Mons.Savini fu stabilito di terminare la pavimentazione. I pavimenti erano molto rovinati perché ‘illo tempore’ la consuetudine era quella di seppellire i cadaveri al di sotto di essi. Furono diversi gli interventi apportati alla chiesa, in modo particolare, ricordiamo quelli più rilevanti realizzati dall’arciprete Antonio Maria Rosaria Maturi tra la fine del 1800 e i primi del 1900 circa: la facciata, la cancellata, la sagrestia nuova, l’altare maggiore. Oltre a ciò, a lui si deve l’acquisto di oggetti sacri, come statue, quadri. A causa del terremoto del 1930, la chiesa fu chiusa e, di conseguenza, furono avviati i lavori di ristrutturazione.Gli affreschi al suo interno richiamano il quadro della cappella del Cortile del Salvatore nell’Università di Napoli.

La chiesa comportò danni irreversibili a causa del terremoto del 1962 e del 1980. Nel 1996 un incendio distrusse la sagrestia nuova: andarono distrutte diverse opere, anche un S. Nicola.

Sicuramente, a un primo sguardo, gli occhi dei visitatori si focalizzano sulla sua facciata, di epoca settecentesca, e sull’enorme campanile settecentesco,realizzato con tufo grigio e tufo giallo, una bicromia di gran lunga interessante!

A lasciare senza parole i visitatori è anche il suo interno. Svariate opere d’arte, risalenti ai secoli XVIII e XIX, impreziosiscono l’interno, privo di navate laterali.

A tale proposito, ricordiamo il dipinto di San Michele Arcangelo realizzato da Decio Frascadore.

Questi, nato a Solopaca il 10 Dicembre 1691, ebbe non pochi contatti con Amorosi. Artista indiscusso, impregnato di cultura Barocca e Rococò, lascia pregiate testimonianze del suo talento in diverse chiese del Beneventano.

Infatti, vi ritroviamo traccia della sua maestria e bravura artistiche , proprio nella suddetta chiesa di san Michele Arcangelo di Amorosi, ove fu chiamato nel 1723 dall’Arciprete Giovanni Rossi, che gli commissionò l’iconografia.

Sul dipinto, realizzato olio su tela, vi appare l’Arcangelo che abbatte il drago che, talora, rappresenta le forze del male e, inoltre, emerge anche la figura della Madonna, alla destra del Padre, che poggia la sua mano sul globo, in segno di protezione.

Il dipinto fu restaurato nel 1991. Non a caso, il patrono di Amorosi è proprio San Michele Arcangelo; la festa patronale si celebra il 29 Settembre.

Nel 1990 il parroco Don Marino Labagnara metteva al corrente i cittadini e gli emigrati italiani degli aiuti della Soprintendenza, per il restauro delle opere.

L’artista ha dipinto nel 1757, sempre per la chiesa di San Michele Arcangelo, quattordici tele della Via Crucis. Contestualmente, lavorava per la Chiesa di San Martino Vescovo in Cerreto Sannita , dove oggi si possono ammirare le sue tele relative alla Via Crucis.

Nel 1992 il già citato parroco Don Marino Labagnara scriveva ai concittadini: << Il restauro delle tele e dei dipinti ancora non sono stati ultimati , anche perché i quadri della Via Crucis sono risultati essere del ‘700 e del pittore Frascadore>>.

In seguito, tali tele dipinte per la Chiesa di San Michele Arcangelo in Amorosi, sono state restaurate e vi si notano delle sfumature cromatiche molto intense e luminose; le tecniche pittoriche dell’artista Frascadore, tuttavia, apparivano lontane dal gusto artistico che si profilava nel ‘700.

Fu proprio l’anno 1992 a ‘consegnare’ alla cittadinanza di Amorosi una notizia sorprende e importante, ovvero si giunse alla concreta consapevolezza che le tele della Via Crucis, appartenessero all’artista Frascadore.

Seppure Amorosi sia un piccolo borgo, di grande importanza risulta essere il suo patrimonio culturale e artistico.

Scorgere il passato ci permette di acquistare la consapevolezza di essere stati e di essere tutt’ora ‘figli’ di una terra ricca di storia, arte, cultura, elidendo quel velo invisibile che, apparentemente, ci divide dalla memoria storica.

Come la piazza rappresenta un luogo di raduno sociale e di storia da condividere e trasferire ai posteri, così la chiesa è un luogo di raduno per i fedeli praticanti e non che, con enorme devozione, ammirano le meravigliose opere di Decio Frascadore.

Autore

Originaria di San Salvatore Telesino,laureanda in Lettere e Filosofia presso l'Università di Napoli, Federico II, sin dall'adolescenza si è dimostrata attenta alle tematiche sociali e di attualità. Ha collaborato , per alcuni anni, con il gruppo "Spazio Giovani". Inizia a suonare il pianoforte durante l'infanzia, in seguito, decide di interrompere questo percorso per cimentarsi in altre passioni, come la scrittura. Nel 2021 scrive il romanzo introspettivo intitolato "Scaffali di ricordi", pubblicato nel 2022 dalla casa editrice 2000diciassette. Ha partecipato a diverse presentazioni di libri-soprattutto romanzi- in qualità di relatrice. Si dimostra, inoltre, particolarmente interessata alla Letteratura Italiana novecentesca e ai fatti culturali della sua località d'origine: a ciò dedica alcuni articoli di stampo culturale. Collabora, infatti,con più testate giornalistiche. È impegnata, attualmente, nella stesura di articoli culturali e di cronaca per svariate e note testate giornalistiche.