• 27 Luglio 2024
Itinerari

Nel Nord del territorio di Vairano Patenora, vicino al confine del comune di Presenzano, si trova il lago di Vairano, la cui origine vulcanica,che sfocia nel fiume Volturno,  ha alimentato nel tempo una crescente vegetazione  palustre. Un’oasi tranquilla di pioppi, salici e canne ninfee disegnano sulle acque verdi le loro ombre, mentre il gracidio delle rane si unisce ai canti d’uccelli palustri. Il fiume Volturno, nasce alle falde del monte Azzone ed è il più importante fiume dell’Italia meridionale, lungo circa 175km e attraversa la regione del Molise e della Campania, sfociando nel mare Tirreno. Dal  dopoguerra l’acqua dello stesso è stata utilizzata per la produzione di energia elettrica, in provincia di Caserta riceve le acque dei fiumi Lete e Sava, dal torrente Torano, del Rio del Cattivo Tempo, Cerrito e Tella.  Per molti studiosi il termine Volturno dalla lingua etrusca , in quanto gli Etruschi prima ancora dell’arrivo dei Romani giunsero nella pianura del Volturno, ma per molti altri invece “Volturnus” corrisponderebbe ad un personaggio mitologico, ovvero ad un dio che permetteva lo scorrere sinuoso delle acque. L’ imperatore Augusto fece costruire un acquedotto  di cui alcuni resti sono visibili nel territorio di Rocchetta al Volturno e di Colli al Volturno. Intorno alle meraviglie del territorio Casertano e Beneventano si celano non solo tradizioni e culture molto apprezzate dai turisti oltre che dai nativi, ma molte leggende, una di queste avvolge il lago di Vairano. Si racconta infatti che la popolazione era molto religiosa in modo particolare a Sant’Anna, padrona delle partorienti e madre di Maria. Ogni anno, precisamente il 26 luglio, i villaggi che circondavano il lago erano in festa , tranne una famiglia , il cui capofamiglia, un vecchio avaro e scorbutico, imponeva a figli e nipoti di lavorare nei campi anche i giorni di festa e di domenica. Sorprese però una delle nipoti ad allattare il figlio invece di lavorare, e il vecchio preso dall’ira iniziò a imprecare e a maledire lei e il piccolino, e proprio in quell’istante una palla di fuoco sopraggiunse dal cielo colpendolo e dall’ abissò si aprì una voragine da cui iniziò a zampillare dell’acqua che diede origine al lago. Molti del posto attualmente hanno timore della leggenda perché molti dicono di avere udito il 26 luglio di ogni anno il pianto di un neonato, e per paura di essere puniti dal cielo, i contadini ogni anno festeggiando la festa di Sant’Anna.

Purtroppo nonostante il fascino leggendario e storico del luogo, oggi a causa del degrado e per la realizzazione di opere di disbosco della florida vegetazione che ne circondava le sponde al fine di spostare in avanti i confini, il lago rischia di scomparire.

Autore

Giurista e pubblicista. Ha lavorato presso casa editrice e collaborato in 4 testate giornalistiche sia nel Casertano che nel Beneventano; precedentemente titolare di un blog.