• 27 Luglio 2024

Il 31 dicembre 2019 le autorità cinesi comunicano all’Organizzazione mondiale della sanità che una sconosciuta tipologia di Sars, simile alla polmonite si è diffusa nella metropoli di Wuhan, un polo logistico e industriale, dove si sperimentano innovazioni tecnologiche di altissimo livello. Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei,  conta 11 milioni di abitanti.  Non si danno notizie sul numero degli ammalati che, al momento, i cinesi non chiamano “contagiati” e non parlano di virus, né di epidemia.  Il giorno dopo viene decisa la chiusura del mercato del pesce della città, ritenuto l’epicentro della diffusione del morbo. E si avanza l’ipotesi che la “strana” polmonite possa essere stata causata da qualche animale selvatico macellato nella zona dove peraltro l’igiene è molto scarsa. Dalle prime indagini infatti,  è emerso che i contagiati erano frequentatori assidui del mercato Huanan Seafood Wholesale Market a Wuhan,  chiuso dal 1 gennaio 2020.

Finalmente tra il 9 ed il 12 gennaio il governo di Pechino ufficializza ciò che vagamente cominciava a circolare in Occidente: la polmonite è un  nuovo ceppo di coronavirus, del  non si conosce ancora la contagiosità. Per questo motivo l’Oms si astiene , commettendo un gigantesco errore di sottovalutazione, di non dover invitare né la Cina, né altri Paesi ad assumere forme di restrizioni o controlli per chi viaggia da e per la Cina, nonostante sia stata accertata la prima vittima ed i contagiati sono poco meno di cinquanta a Wuhan.  Il  virus viene definito e nominato  “2019-nCoV”. Da quel momento le autorità sanitarie cinesi e l’Oms avvertono  che il nuovo coronavirus si trasmette da uomo e uomo, mentre i vertici del Partito comunista tacciono arrogantemente  per ben tredici  giorni. Finalmente il 21 gennaio il presidente Xi Jinping rilascia la prima dichiarazione ufficiale e mobilità  il paese ad uno  “sforzo totale” per frenare l’epidemia. Intanto i  morti salgono a 17, mentre il virus si diffonde in Asia fra i Paesi vicini della Cina (Thailandia, Corea del Sud, Giappone, Australia, Hong Kong, Malesia, Singapore, Vietnam e Taiwan). Poi arriva in maniera soft negli  Stati Uniti. In Italia vengono effettuati i primi controlli sui voli in arrivo dall’area dell’epicentro, mentre il ministero della Salute raccomanda di non andare in Cina salvo stretta necessità. Primi casi in Europa: tre persone risultano contagiate dal coronavirus a Parigi e Bordeaux. La Francia è la prima a evacuare i propri cittadini dalla Cina, imitata poi da Spagna, Portogallo e Gran Bretagna. La Germania segnala il primo caso di trasmissione interna.  In Italia a fine mese due turisti cinesi provenienti da Wuhan vengono ricoverati allo Spallanzani di Roma. Due italiani di ritorno dalla Cina vengono messi in quarantena nella caserma militare della Cecchignola. Il 21 febbraio veniva ufficialmente identificato a Codogno il primo caso di “paziente 1” affetto da coronavirus. Qual giorno cambiò la nostra vita. E oggi, un anno dopo, siamo ancora immersi nella pandemia dibattendoci tra incertezze e paure.

Un gruppo di scienziati americani della  Johns Hopkins University (nel Maryland) ha sviluppato una mappa per visualizzare e tracciare — quasi in tempo reale — i casi segnalati. Agli inizi di febbraio il virus cambia nome:  l’ International  Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) classifica il nuovo coronavirus come Sars-CoV-2, nome che l’ European Centre for Disease Prevention and Contro (ECDC) utilizza anche sul suo sito.  Viene individuato anche il nome della malattia che deriva dall’infezione da Sars-CoV-2: il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità,  Tedros Adhanom Ghebreyesus, annuncia la  denominazione ufficiale  ufficialmente COVID-19:  l’ acronimo  di Co (corona), Vi (virus), D (“disease”, malattia) e 19 (l’anno di identificazione del virus).

Dalle prime congetture si ricava una quasi-certezza: il coronavirus potrebbe essere stato originato da pipistrelli  che comunemente in Cina vengono  macellati e consumati. Poi sarebbe stato trasmesso ad altre specie animali ed infine avrebbe trovato “ospitalità” negli umani. È il principio dell’incubo. Si rivelerà la più perniciosa pandemia contemporanea. Il mondo entra in una fase nuova e orribile  della sua storia. La globalizzazione della paura, della disperazione, della povertà avvolge in mondo. In pochi giorni cambiano le esistenze di miliardi di esseri umani.

Autore

Giornalista, saggista e poeta. Ha diretto i quotidiani “Secolo d’Italia” e “L’Indipendente”. Ha pubblicato circa trenta volumi e migliaia di articoli. Ha collaborato con oltre settanta testate giornalistiche. Ha fondato e diretto la rivista di cultura politica “Percorsi”. Ha ottenuto diversi premi per la sua attività culturale. Per tre legislature è stato deputato al Parlamento, presidente del Comitato per i diritti umani e per oltre dieci anni ha fatto parte di organizzazioni parlamentari internazionali, tra le quali il Consiglio d’Europa e l’Assemblea parlamentare per l’Unione del Mediterraneo della quale ha presieduto la Commissione cultura. È stato membro del Consiglio d’amministrazione della Rai. Attualmente scrive per giornali, riviste e siti on line.