• 27 Luglio 2024
Itinerari

Dal 1375 domina Campobasso il Castello Monforte risalente all’epoca sannitica intorno al IV- II secolo A.C., nell’ epoca longobarda venne eretta la “Torre Jaluongo”, la residenza del barone che comandava dall’alto la cittadella che dopo il terremoto del Sannio del 1456 fu ridotto in macerie, pertanto il feudatario Nicola II Monforte detto “Cola”, ricostruì la cittadina più a valle, cingendola con nuove mura di fortificazione. Il castello è stato eretto a pianta quadrata con torrioni angolari cilindrici, i cui sotterranei grandi quanto l’intera superficie del castello , venivano usati come luogo di prigione. L’area circostante è occupata del parco della via Matrix, un percorso naturalistico che ripercorre le tappe della via Crucis.

La torre più famosa della cinta muraria è la Torre Terzano, collegata alla salita della chiesa di San Bartolomeo, restaurata da Cola Monforte nel XIII secolo, vede protagoniste due famiglie rivali, ovvero i Trinitari e i Crociati, i cui figli si amavano ma vennero separati, rinchiudendo la giovane nella torre per non farla fuggire con il suo amato, ma purtroppo ella morì di disperazione mentre il giovane fu costretto a partire per il servizio militare.

L’interno del Castello è molto scarno, salendo la spoglia gradinata si arriva sulla terrazza dalla quale si ammira un panorama ampio e suggestivo, tra i resti delle mura osco-sannite, la struttura a ventaglio del borgo antico, la città di Campobasso e i tanti paesini intorno. Dalla torre del Castello si possono ammirare i fiumi Biferno, Fortore e Trigno, i monti dell’Abruzzo fino alle colline della Puglia.

Un primo studio del castello fu pubblicato da Benedetto Croce nei primi anni del Novecento, venne fatto un recupero intorno al 1936 ad opera del podestà Renato Pistilli Sipio il quale, in due ambienti, vi allocò il sacrario dei caduti in guerra. Scampato ai combattimenti tra nazisti e canadesi, i nazisti vi avevano posto un presidio di guardia antiaereo, il maniero rimase semi abbandonato. Il castello è inciso su una moneta d’argento da cinque euro coniata dalla Zecca dello Stato nel 2012, per la serie “Italia delle Arti” dedicata alla città di Campobasso.

Autore

Giurista e pubblicista. Ha lavorato presso casa editrice e collaborato in 4 testate giornalistiche sia nel Casertano che nel Beneventano; precedentemente titolare di un blog.