La saggezza, degli uomini, ha sempre prodotto nel tempo una ricerca accurata dell’immagine e dell’essenza di Gesù, molti illustri pensatori, storici, filosofi e scienziati, hanno sempre posto alla base delle loro elucubrazioni una domanda necessaria: chi è Gesù? Le risposte sono state molteplici e dopo duemila anni, le indagini sulla sua persona ancora restano vive, perché il fascino che egli ha sempre emanato, resta fonte di ammirazione per i più, incapaci di sottrarsi, restano incantati di fronte ad un mistero che diffonde potenza e bontà unica, di una tale inclusività e persuasività, che nessun essere umano possa evitarlo, nella sua umile ricerca di Dio.
Molte scuole di pensiero hanno reso omaggio indiscusso, al più bello dei figli dell’uomo, come le sue effigi, dimostrano nella Sacra Sindone, poiché vengono esaltate da un’energia non ancora scientificamente messa in luce con dati fisici permanenti ed immanenti.
L’essenza spirituale di Gesù è stata la strada di Damasco più battuta: da Marx a Renan, che non lo evitano, ma lo rendono protagonista di un’idea fuorviante, l’idea di Dio che porta l’uomo a cancellare sé stesso divenendo non più protagonista del proprio processo storico, e lo spinge ad abbandonare il conflitto sociale e la necessità della lotta di classe. Da Rousseau a Nietzsche, il loro è un approccio rivoluzionario, li induce a non odiare la sua presenza, ma in particolare per Nietzsche, è Gesù il precursore di una morale del Cristianesimo che spinge ad un atteggiamento giudicatorio della vita, e alla negazione della vita stessa, al punto tale da ritenere Gesù stesso il solo vero Cristiano mai esistito, per il suo sacrificio della croce. Infine, da Borges a Kafka; Borges, definito l’ateo della croce che intuisce nel volto di Cristo, l’essenza da ricercare negli specchi dove si riflettono i visi umani, egli così affronta il Cristo tragico della croce e non quello dottrinario della resurrezione e ramingo da agnostico, ricerca la sua fede con l’inquietudine di un poeta. Mentre Kafka, definisce nel suo tentativo di avvicinarsi a Dio, e al mondo da lui creato, un Gesù fuori dalle sue stesse leggi, e si spinge nel tentativo di ricostruirne la sua figura storica.
Da Camus a Salvemini, fino a Pasolini, tutti, hanno ricercato Gesù, e lo hanno emulato nei loro pensieri, negando, ma poi bramandolo. Anche personalità come Gandhi, attraverso la non violenza si rifà a Gesù: “La nostra vita di ogni giorno non può separarsi dalla componente spirituale. … perché essere religiosi significa essere legati a Dio, che è come dire che Dio governa ogni nostro respiro”.
La verità e che ciascuno di noi cerca Dio nel volto di Gesù, e cerca la verità nella sua vita esemplare, nessuno è mai stato esente da parlane, da enunciare il suo mistero glorioso. Anche nel Corano, l’islam ne coglie l’essenza, e si riferisce a Gesù, come “il messaggero di Dio” esplicitando altresì che egli, il “Messia”, non è lontano dalla tradizione islamica considerata figlia di Maria. Secondo, infatti, la tradizione messianica islamica, Gesù tornerà sulla Terra, dopo il Madhi alla fine dei tempi.
Vero è che la vita pubblica di Gesù è stata tanto breve, quanto intensa, e in soli tre anni, Egli ha sconvolto e capovolto la storia umana, a tal punto che molti pensatori laici, nelle loro analisi, manifestano e cercano di recuperare le motivazioni di una controrivoluzione d’amore verso l’umanità intera. Con un apostolato che genera in sé una grazia che non si deve pietire, ma raggiungere con un fare santo e vitale per ciascun essere vivente.
Lo stesso Benedetto Croce enuncia: “Il Cristianesimo è stata la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuto”. Gesù è stato, il primo passo verso un mondo di libertà, verso la conversione ad un ordine di pensiero e di comportamento dignitoso che libera l’uomo, da ogni pregiudizio e da ogni pregiudizievole indizio precursore di una vita malsana. Il Cristo nell’emulare il suo corpo ha liberato l’uomo dalla schiavitù, spazzandola via in ogni sua forma, in ogni sua deriva umana, inoltre il suo parlare fra gli scribi, ha reso possibile, come l’uomo possa recuperare sé stesso attraverso, il confronto, la cultura. Questi semplici concetti vanno oltre una teologia di base, perché realmente Gesù ha rivoluzionato il nostro destino di uomini, di nazioni, che hanno con il cristianesimo, modificato le sorti giuridiche e spirituali di interi popoli, come la stessa Europa, ricostruendone la sua reale identità, attraverso una mancata schiavitù e una liberalizzazione, nell’arte, nella musica, nell’economia nelle scienze e negli atenei più disparati, senza profondere, ma ispirando una libertà e dignità di pensiero unica.
Gesù ha dunque, generato un mondo di carità ma anche di libertà, nel quale ci professiamo indiscussi protagonisti, liberi di agire in un arbitrio, senza confini. “Gesù è diventato il salvatore dei gentili”, diceva Pinchas Lapide, studioso ebreo che annovera la straordinarietà di una discendenza di amore che deriva da Gesù, e da Abramo, che va oltre il supplizio della crocifissione, ma diviene luce di amore, ai nostri occhi, confutando l’uso della teologia più avanzata.
Una narrativa, mai obsoleta, che spinge a udire e vedere, con i nostri sensi, quanto Gesù ha fatto per noi, ormai l’evidenza socratica, ovunque essa possa condurre, conduce inevitabilmente a Dio, passando per Gesù, immagine sublime della sua essenza, e sebbene l’ateismo fondamentalista ha scavato grandi solchi, pensatori di fama mondiale, cercano, come gli stessi scienziati, nella loro vita di studiosi una via che conduce inevitabilmente e definitivamente a Dio, una verità assoluta, che cogliamo nel creato e nelle sue manifestazioni, e la riduzione etimologica del logos, non induce a sminuire la potenza di ciò che vediamo e di ciò che ricerchiamo anche solo dentro di noi.
Il filosofo britannico Antony Flew, autore di Dio esiste, il volume della sua conversione dall’ ateismo al deismo, in una sua riflessione filosofico-scientifica, frappone il Dio di Aristotele a quello di Einstein, definendo il suo sentire: “E’ stata la stessa evidenza che mi ha condotto a questa conclusione”, frapponendo risultati da ricerche biologiche, chimiche, fisiche, che lo ha condotto ad un sapere universale, colmo di un universo sapiente, pregno di una stessa coscienza divina.
Vi sono ovunque le evidenti tracce del Creatore, nel microcosmo e nel macrocosmo, ed ognuna di esse assume una perfezione matematica e fisica, riconducibili a un unico Dio, che ha reso possibile, un ordine meraviglioso di leggi logiche e vitali, che hanno il sapore del mistero e della sacralità.
Il fiat lux, narrato nella Genesi, ha un non so che di meraviglioso che nessun scienziato smentisce di stupirsi e di chiedersi chi è Dio, e chi è Gesù. Segno di una presenza trascendente ed immanente, di un’intelligenza, creativa e creatrice, geniale, insuperabile, inclusiva, di un’energia spaventosa che ogni fisico, ricerca, e ne trova la sua ombra, la sua stessa imponente immensità. L’elenco dei fisici moderni da Einstein a Zichichi, simboleggiano, un’eternità astronomica, divinamente estrema nel suo manifestarsi, ma divina nella sua perfezione.
La dinamica, numerica dell’intero cosmo, appare così accuratamente precostituita che l’arrivo dell’uomo resta un fenomeno ancora profetico, o comunque senza alcun dubbio, la sua comparsa accuratamente programmata da una mente superiore. Il trascendentale e l’immanente ha il suo fascino, e si trasla in un’idea del cosmo, che ci consente di guardare, con fede al padre nostro che sei nei cieli, o negli universi paralleli di una visione quantistica enunciata ma non del tutto dimostrata.
Non è possibile credere nel nulla, il nulla non esiste, e tantomeno esiste un caos indefinito, nulla avviene per caso, il Nobel John Nash, spiega senza esimersi da una logica matematica che il caso non esiste, la casualità ha una sua probabile concretezza di verificarsi, dunque, bisogna cogliere l’indefinito, in un tempo definito, e in questo tempo che si frappone un Dio vivente, ispirazione dantesca di indecifrabile visione paradisiaca, la somma di tutte le cose e il divenire eracliteo di una quotidianità terrestre e celestiale, Panta rei.
Dunque, credere nel caso, come elemento primordiale del divenire cosmico, ed umano, non è credibile, l’umanità è un’entità fisica-logica che trascende l’irrazionalità del caso secondo Stephen Hawking :“ L’intera storia della scienza è stata una graduale presa di coscienza del fatto che gli eventi non accadono in modo arbitrario, ma che riflettono un certo ordine sottostante”.
Cercando Gesù, le nostre coscienze, aprono la mente a questo ordine, basato su una logica rigorosa che regge il mondo, ai confini del mondo, sorretta da un autore che detiene una struttura che non nasce dal caos, da un agnosticismo indefinito o da un ateismo scientifico, ovvero, non siamo figli del caos, ma di una logica divina, da ricercare. Infatti, definire Einstein, il padre della relatività, un ateo panteista spinoziano, è assolutamente errato, egli stesso si impegnava nella ricerca, di una verità assoluta che facesse chiarezza, su chi ha scritto le origini della vita.