
Ci sono episodi drammatici che troncano o cambiano radicalmente la vita delle persone. E’ un segno del destino per i fatalisti, solo un calcolo probabilistico per le menti razionali.
Il 6 febbraio 1958 il volo British European Airways 609 si schiantò in fase di decollo sulla pista dell’aeroporto di Monaco di Baviera. A bordo dell’aereo c’era anche la squadra di calcio inglese delManchester United con al seguito alcuni giornalisti. Il Manchester aveva giocato a Belgrado contro la Stella Rossa la partita di ritorno dei quarti di finale della Coppa dei Campioni. L’aereo fece uno scalo tecnico a Monaco di Baviera dove la neve e il fango ricoprivano la pista; le avverse condizioni atmosferiche e un guasto ad uno dei motori impedirono all’aereo di completare il decollo finendo fuori pista contro una casa. Nello schianto morirono 23 dei 44 passeggeri tra cui otto giocatori e tre membri dello staff dell’United; si salvarono nove giocatori (due dei quali non potettero più giocare) e il leggendario allenatore Matts Busby. Quel tragico avvenimento colpì l’opinione pubblica e non solo quella britannica. La squadra, ovviamente, proseguì la stagione alla meno peggio portandola a termine in pratica con le riserve e con qualche giocatore ingaggiato al momento. Oltre che con i memoriali e le celebrazioni di rito che si succedono ad ogni anniversario, una grande e artistica targa commemorativa è posta all’ingresso del palco dei direttori all’Old Trafford. Oggi raccontiamo di uno dei calciatori che si salvarono dal quel disastro aereo; all’epoca non aveva ancora compiuto ventuno anni, ma erano già chiare le qualità che lo resero uno dei più forti giocatori nella storia del calcio.
Sir Robert Charlton, detto Bobby (Ashington, 11 ottobre 1937 – Macclesfield, 21 ottobre 2023). E’ considerato il miglior giocatore inglese di sempre; occupa il 10° posto nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo stilata dall’ IFFHS. Con il Manchester United vinse da capitano 3 Campionati, una Coppa d’Inghilterra, quattro Caharity Shiels e una Coppa dei Campioni; con Denis Law e George Best formò una leggendaria linea d’attacco. Con l’Inghilterra vinse il Mondiale del 1966 e nello stesso anno si aggiudicò il Pallone d’Oro. Nel 1994 la regina Elisabetta II lo nominò baronetto.
Fu un precursore del calciatore totale. Giocava indifferentemente con ambedue i piedi, vantando anche un tiro potente e preciso a cui abbinava un’eccellente colpo di testa. Con movenze e tocco eleganti ricopriva principalmente il ruolo di mezzala a tutto campo con compiti di regia illuminante; per esigenze tattiche a volte veniva schierato anche come centravanti di manovra. Con la maglia dello United in 746 partite realizzò 245 reti; con la maglia dell’Inghilterra totalizzo 106 presenze realizzando 49 reti.
Come avvenne per altri giocatori famosi del Manchester United, fu notato da Matts Busby mentre giocava una partita con la rappresentativa delle scuole dell’Est Northumberland; Busby gli fece firmare il contratto nel gennaio del 1953, quando Charlton aveva appena quindici anni. Esordì in prima squadra nel 1956 contro il Charlton e segnò due reti nel 4-2 finale. Nella stessa stagione segnò 10 gol in 14 gare e il Manchester United vinse la Premier League. Il grande inizio di carriera fu però turbato dalla tragedia di Monaco del 6 febbraio 1958. Sopravvivere ad un disastro aereo fudi per se un’esperienza traumatizzante, ma veder morire tanti compagni di squadra accentuò le ferite profonde nell’animo di Charlton, uomo dal carattere calmo e riservato, che ne risentì per tutta la vita. Probabilmente fu anche la causa dei continui dissapori che ebbe con suo fratello Jack, dal carattere difficile e in antitesi come calciatore ricoprendo il ruolo di difensore centrale duro e grezzo, bandiera del Leeds United e che con lui vinse il Mondiale del 1966.
Dopo la tragedia di Monaco, Busby rimise insieme la squadra e come leader scelse proprio Bobbyche all’epoca aveva ventun anni, affiancandogli Dennis Law e George Best, il trio delle meraviglie.Il Manchester United vinse la Coppa d’Inghilterra del 1962-1963 e i campionati del 1964-1965 e del 1966-1967. Il 26 maggio 1968, a dieci anni dal disastro aereo di Monaco, nello stadio di Wembley il capitano Bobby Charlton alzò la Coppa dei Campioni dopo che il Manchester United aveva sconfitto in finale il Benfica per 4-1; Charlton segnò due gol, le altre reti furono messe a segno da Best e Kidd. Fu il segno non solo della grandezza del calciatore, ma soprattutto delle qualità dell’uomo che seppe reagire alla tragedia con tenacia e determinatezza. Franz Beckenbauerdisse di lui: “Provo più ammirazione per Charlton che di qualsiasi altro giocatore, anche di Pelè”.
Bobby Charlton fu il leader dell’Inghilterra che vinse il Mondiale del ’66 giocato in casa. Fu la migliore Inghilterra di sempre che schierava in porta Gordon Banks, uno dei migliori portieri della storia; una scorbutica quanto ermetica difesa diretta dal carismatico libero Bobby Moore e composta dal Jack Charlton, George Cohen e Ray Wilson; lo spietato Nobby Stiles in mediana dietro a Bobby Charlton, Martin Peters e James Ball, con Geoff Hurst e Roger Hunt di punta. Polemiche a parte per i favoritismi ricevuti soprattutto nella finale contro la Germania (Dienst convalidò il terzo gol ma il pallone non era entrato del tutto e prima del quarto gol c’erano tre estranei in campo per cui l’arbitro svizzero avrebbe dovuto interrompere il gioco) resta l’unica vittoria della Nazionale inglese in una competizione internazionale. Nel 1966 l’Inghilterra era una nazione sulla cresta dell’onda del successo in molti campi. I Beatles erano all’apice della loro carriera e rappresentavano non solo un’icona musicale ma lo stile di vita dell’epoca e la nazionale si poteva giustamente considerare la più forte del mondo. Ma, sic transit gloria mundi, i Beatles i scioglieranno nel 1970 e l’Inghilterra non vincerà più nulla.
Bobby Charlton lasciò il Manchester United nel 1973 ed iniziò ad allenare mantenendo questo ruolo per i dieci anni successivi. Ebbe un ruolo nel consiglio di amministrazione dello United per il quale fu rappresentante in numerosi eventi benefici. Gli ultimi anni di vita furono complicati da un declino delle funzioni cognitive (demenza), la stessa patologia che aveva colpito suo fratello Jack.
E’ morto il 21 ottobre 2023, dieci giorni dopo il suo ottantaseiesimo compleanno; era rimasto l’ultimo giocatore dei Red Devils sopravvissuto al disastro aereo di Monaco. Si è così ricongiunto ai suoi fratelli, i Busby Babes, gli otto ragazzi che quel giorno persero la vita. Il capitano è stato l‘ultimo a lasciare il campo dopo aver giocato anche per loro.